Fai di più ciò che ti rende felice (reprise)

Sapete perchè adoro uscire in bicicletta e soprattutto in mountain bike? Perché mi permette di scoprire luoghi nuovi e da me ancora inesplorati ogni volta (o quasi)

Ed ogni volta che esco in bicicletta (o in mountain bike che dir si voglia) riesco a stupirmi delle bellezze che il territorio che mi circonda sa [ed ha da, nda] offrirmi.

Non è importante il posto, ma lo spirito

Così recita una “massima” che ho coniato qualche tempo fa.

Una massima che quasi sembra uscita da un libro di aforismi orientali taoisti o zen.

Una massima, che rispecchia moltissimo il mio modo di praticare sport, di viaggiare, di visitare luoghi… quasi quasi anche di vivere la vita in genere.

Non ho bisogno di salire su chissà qualche passo alpino o di girare sui sentieri di chissà quale bike Park o trail center o di competere per un salame alla domenica per apprezzare i benefici ed il divertimento in sella alla mia mountain bike.

Anche un’uscita su pista ciclabile come quella di ieri pomeriggio (in esplorazione e alla ricerca del percorso più consono per-da il lavoro) riesce a regalarmi svariate emozioni che poi spesso mi ritrovo a condividere con voi su questo blog…

fai di più ciò che ti rende felice

E sono proprio l’esplorazione, la scoperta di un posto nuovo o di un giro in bicicletta nuovo insieme alla manutenzione o alla creazione di sentieri, secondo me, le vere essenze del mountain biking.

Quel mountain biking che appartiene ai pionieri di questa attività sportiva.

Quei pionieri che uscivano di casa per esplorare nuovi sentieri, sperimentare nuove attrezzature e, nel cercare nuovi stimoli, hanno fatto la storia di quello che è oggi il nostro sport preferito: LA MOUNTAIN BIKE!!!

in bicicletta sul canale villoresi
La faccia sbattuta la dice lunga sul ritmo sostenuto per tornare a casa

E proprio ieri mi è capitato di imbattermi nuovamente in un’avventura in sella alla mia mountain bike

Naturalmente non parliamo di chissà quale avventura o esplorazione, ma come vi ho già detto poc’anzi, sono uno a cui basta poco per apprezzare un’uscita in bicicletta.

Uscito di casa sul tardo pomeriggio che il sole quasi iniziava a tramontare, ho detto alla mia compagna “esco a far girare un po’ le gambe che altrimenti qui non si pedala più” con l’idea di tornare magari sul percorso scoperto venerdì scorso grazie ad un gentilissimo signore di ottanta anni, e per proseguire magari poi alla ricerca dell’itinerario migliore per recarmi al lavoro la mattina (qualche volta) in bicicletta.

Partito da Baranzate con questa idea [con la scusa anche di fare un po’ di agilità e di fondo, nda] una volta uscito sono tornato quindi “sui miei passi” per raggiungere Rho e cercare un collegamento ciclabile in direzione Nerviano, ed evitare così di dover transitare sulla Strada Statale del Sempione in bicicletta.

Mi sono quindi diretto verso Rho sfruttando la pista ciclabile che, passando in prossimità del sito di Expo 2015, entra in Rho stessa interrompendosi in prossimità del centro cittadino.

Superata la zona pedonale di Rho ho proseguito “a naso” orientandomi con quello che mi ricordavo del tragitto fatto con il signore che mi aveva fatto da guida venerdì scorso, raggiungendo in poco tempo l’Esselunga di Rho.

Qui ho constatato che l’unica soluzione per raggiungere Nerviano era la Strada Statale del Sempione (magari c’è qualche sentiero attraverso i campi, ma ho preferito evitare di essere azzannato da qualche cane piuttosto che di rendere vana la mia uscita in bicicletta).

Ho quindi imboccato la Statale e, spingendo un po’ sui pedali, ho cercato di rendere quanto più “veloce ed indolore possibile” il trasferimento fino a Nerviano, da dove avevo poi intenzione poi di proseguire in direzione Legnano attraverso la pista ciclabile del Villoresi che, sopraggiungendo da Lainate, si immette sul Sempione per proseguire poi in direzione della diga di Pan Perduto.

Un percorso che già lo scorso anno (in parte) avevo “battuto” insieme a Claudia e sul quale mi ricordavo di aver visto un cartello che indicava anche un percorso in direzione di Legnano.

E infatti la mia memoria non mi aveva ingannato

Appena entrato sulla pista ciclabile del Villoresi scorgo il cartello “Legnano-Pedala Olona” e, rinvigorito dalla voglia di esplorazione e dal fatto che la mia meta fossi li a poca distanza, ho diretto in direzione di Legnano a ritmo abbastanza sostenuto, percorrendo sempre una pista ciclabile, ma non quella del canale Villoresi.

La pista ciclabile che si separa dal canale Villoresi in direzione Legnano è molto ben fatta, sicura, larga e di recente costruzione… ma non so dirvi se lo è fino a destinazione e se, soprattutto, confluisce nella pista ciclabile della Valle Olona che parte da Castellanza e raggiunge Castiglione Olona.

Questo perchè ad un certo punto lo spirito dell’avventura ed il richiamo dei pionieri della mountain bike hanno avuto il sopravvento ed ho seguito un altro percorso e cioè quello indicato dal cartello “Olona Greenway”.

fiume olona greenway bicicletta camminata
Esci, scopri il territorio, cavalca la tua bicicletta, torna a casa con una nuova avventura ogni volta!

Attratto dalla scoperta di questo itinerario, mi ci sono buttato a capofitto e l’ho seguito fino a che, ad un certo punto, non si è interrotto proprio sul più bello, andando a “morire” nei pressi di un centro sportivo/scuola/oratorio di San Vittore Olona.

Visto l’orario (il tramonto iniziava a volgere verso l’imbrunire) ho reso opportuno rimandare il proseguo dell’esplorazione e, girato a destra laddove la “greenway olona” si interrompeva, sono tornato sul Sempione e, spingendo il 34×10 con una certa foga, ho diretto verso Nerviano da dove, attraverso il canale Villoresi, ho raggiunto prima Lainate, poi Garbagnate Milanese ed infine Bollate e Baranzate (sfruttando la pista ciclabile delle vie d’acqua realizzata in occasione di Expo 2015).

Sul via del ritorno, ho anche notato una specie di “pistino” in mezzo ad un piccolo parco in zona Lainate. Credo che ci tornerò a dare un’occhiata e a chiedere magari qualche informazione ai “local” che lo stanno realizzando.

Ed è così che si conclude un’altra “avventura” in bicicletta che mi permesso di esplorare il territorio che mi circonda e di conoscerlo meglio. Una cosa che mi piace assai e che mi fa sentire parte del territorio stesso 🙂

E allora esci di casa, scopri il territorio, cavalca la tua bicicletta, divertiti e torna con una nuova avventura ogni volta… qualunque essa sia!

esci di casa vivi l'avventura non è importante il posto ma lo spirito fai di più ciò che ti rende felice mountain biking is awesome
Fai di più ciò che ti rende felice

6 risposte a "Fai di più ciò che ti rende felice (reprise)"

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    1. su per giù è lo stesso percorso che ho fatto io Nic, solo che dove mi sono “interrotto” è proprio la fine della greenway (così mi diceva una sciura). Il resto che arriva al Parco Castello dovrebbe essere il percorso della “pedala olona”. Un mio contatto facebook mi ha mandato un paio di tracce e appena riesco gli do un’occhiata… domani mattina credo però che andrò proprio in sperimentazione facendo tutto il Sempione “così com’è” per vedere quanto tempo mi porta via e se ne vale la pena 🙂

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