Bianchi Meta, la mia prima mountain bike

In questi giorni, mentre siamo a casa a Rieti da mia mamma, con Claudia abbiamo riscoperto un po’ di passato sfogliando i miei album fotografici (in primis alla ricerca delle foto scattate in Bosnia-Herzegovina nel 1999) e guarda un po’ cosa ci capita tra le mani: le foto della mia Santissima Cresima in sella alla mia prima mountain bike, una Bianchi Meta.

Il primo amore, si sa, non si scorda mai. E tanto è stato per me con la mia Bianchi Meta.

Ma la Bianchi Meta non è stata solo la mia prima mountain bike

Eh già! Perchè la Bianchi Meta è stata anche la mia prima Meta hard tail [ovvero con carro posteriore non ammortizzato, nda].

Sarà perchè ero tanto innamorato della mia Bianchi Meta che l’anno scorso (magari imbeccato dal mio subconscio) ho acquistato un’altra Meta?

Questa volta però è stata la volta di una Commencal. Sempre hard tail e sempre Meta 🙂

La mia prima mountain bike

Eccola la mia Bianchi Meta; correva il 19 maggio 1990, giorno della mia Santissima Cresima!


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Eccola qua la mia Bianchi Meta, fotografata la stessa sera in cui mi fu regalata: 19 maggio 1990

Qualche anno prima avevo visto [in colonia a Gressoney, nda] la prima mountain bike della mia vita, un Rampichino Cinelli: ne rimasi letteralmente folgorato.

La volevo, volevo il Rampichino Cinelli

E con lei volevo anche le borse da viaggio che c’erano su!

Da allora giornalmente stressavo mio padre con questa cosa della mountain bike.

Continuavo a sfogliare il catalogo Invicta fantasticando sull’acquisto di tutte le borse da bici che c’erano.

E non vi dico quante volte passavo a chiedere informazioni sulle borse da mountain bike Invicta in un negozio di Rieti. Tanto che il proprietario non ne poteva più di vedermi!

E poi arrivò la Cresima, e con essa la mia prima mountain bike

Proprio in questa occasione il parentado decise di esaudire il mio piccolo desiderio: avere una mountain bike per solcare i sentieri sopra casa e magari lanciarmi giù da qualche discesa o andare al campetto sportivo a saltare i panettoni di terra che tutti gli altri andavano con le moto da cross.

Non volevo un motorino o una moto come la maggior parte dei miei coetanei: io volevo la mountain bike!

Naturalmente non ricevetti ne il Rampichino Cinelli LOL

Tantomeno mi fu regalato il top di gamma di allora delle mountain bike Bianchi, che se non ricordo male era la Thomisus.

Più “semplicemente”, ricevetti la entry level dell’allora linea Ragno della Bianchi: la Bianchi Meta.

Top di gamma o entry level, a me comunque la cosa interessava ben poco. Per me, l’importante era avere la mountain bike 🙂

E da quel giorno via… saltavo in sella e pedalavo in salita quel poco che mi bastava per mi buttarmi in discesa ovunque. Con somma preoccupazione di mia madre!

Negli anni apportai delle modifiche alla mia Bianchi Meta e, grazie ai “soldini” che guadagnavo da “Cicli Aguzzi” (un negozio di vendita e riparazione biciclette di Rieti), gli feci anche degli upgrade non di poco conto:

  • Freni Ritchey Logic con pattini Shimano XT
  • guarnitura nuova Shimano
  • movimento centrale Campagnolo
  • appendici manubrio in ergal
  • porta borraccia e un po’ di viteria in ergal

Ero diventato un vero malato… ma ancora senza poter montare delle borse laterali e il portapacchi.

Ma purtroppo, oggi la mia Bianchi Meta non c’è più

È finita nella raccolta del ferro molti anni fa a causa del lavoro di merda che un ciclista di Rieti aveva fatto al movimento centrale.

Praticamente, per risolvere un difetto alla filettatura, invece di chiedere la sostituzione del telaio a Bianchi, aveva ben pensato di bloccare una delle calotte del movimento centrale con la Loctite. Il fenomeno!

Il lavoro di merda negli anni aveva così reso inutilizzabile la mia Bianchi Meta

E così, in un momento di pulizia della cantina, ho deciso di sbarazzarmi di lei e di una Graziella altrettanto inutilizzabile (ed inutilizzata).

Naturalmente, prima di conferirla nella differenziata, ho smontato tutti gli upgrade di spessore e li ho montati sulla mountain bike Kastle di mio fratello più piccolo.

A volte, in giro per Milano, ne vedo ancora qualcuna di Bianchi Meta e di colpo mi ritrovo a sorridere ricordando le scorribande e le urla di mia madre che mi diceva “Marco non correre con quella bicicletta. Marco non andare al cimitero a saltare con quella bicicletta. Marco non fare. Marco non disfare. Marco non ti fare male“.

Eh si, la sciura faceva bene a preoccuparsi a pensarci bene

Insomma, ora come allora, non ero proprio uno stinco di Santo; e non poche volte sono tornato a casa “mercato” (come si dice al mio paese). Tanto che gomiti e ginocchia portano ancora i segni delle moltissime cadute in bici.

Naturalmente ogni volta che vedo una Bianchi Meta in giro parte (con lo sfortunato di turno) tutta la storia di cui sopra… era proprio amore vero 🙂

E voi, qual’è stata la vostra prima mountain bike? La ricordate ancora con la stessa emozione come capita a me?

14 risposte a "Bianchi Meta, la mia prima mountain bike"

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  1. Quanti ricordi che ha scatenato in me questo post! Per una che non riesce più ad andare in bici (ma prima o poi ce la farò) ti dico che la mia prima bici (della quale non ho foto) era una Cinzia regalatami da una famiglia di Modena che aveva accolto mio papà sfollato durante la guerra. Ma il ricordo più bello lo ho con la Scott, non chiedermi il modello, l’ho presa usata ed erano gli anni 90, ma l’ho usata molto persino in Bretagna, a Plouhinec nel 1993. Le fotine scansionate te le mando via mail. 🙂

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  2. Ogni bambino o ragazzo è legato d oggetti della sua gioventù che per lui non sono affatto “oggetti” ma qualcosa di animato al quale resta indissolubilmente legato.
    Nel mio caso le MTB erano ancora di là (ma molto di là) da venire ma questa era la mia prima bicicletta; fui molto fiero di me quando potei togliere le rotelline posteriori e pedalare come i “grandi”.
    Provo a farla vedere (spero) qui

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  3. Bianchi meta pure io! Giuro. 1990. Verde acido e nera. Poi una mtb full del mercatone, poi una ktm fr990 ed infine ora una Haibike fullseven lt 5.0. 😊

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    1. Ce l’hai ancora? Io purtroppo ho dovuto buttarla tra i ferri vecchi per colpa di un meccanico incapace 😦
      Quando ho ripreso nel 2006 una Trek fuel 90, poi una KTM XC, varie bike sponsorizzate tra il 2009 e il 2013 (morewood, Scott, gt), poi una Ghost AMR 650b e adesso Charlene… la mia seconda meta, di casa commencal (c’è un articolo anche su di lei qui sul blog)

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  4. Ciao. La tua Meta era uguale alla mia. Io ce l’ ho ancora, verde fluo e nera. Ho Anche due Thomisus ( una gialla fluo e nera e una riverniciata con forcella ammortizzata). Domani sera andrò a prendere un’ altra Meta color arancio fluo e nera. La Meta era l’ entry level (540.000 lire), poi veniva la Thomisus ( 720.000 lire), ma c’ erano anche altri modelli della serie Ragno: Pholcus, Theridion, Migale e Araneus. Sono state fatte 4 serie ufficiali, dal 1989 al 1993, con variazioni cromatiche sui colori. Le prime tre serie assemblate in Italia, poi la produzione passò in Taiwan. Si parla anche di quarta serie e mezzo, poiché Bianchi buttò fuori dei modelli utilizzando colori mai visti prima e con pezzi un po’ insoliti ( esempio: comandi Altus C10 ) per terminare le giacenze a magazzino. La prima Meta non si scorda mai 🙂

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    1. caspita, informatissimo. Grande!!!
      Un peccato che Bianchi abbia “abbandonato” poi lo sviluppo delle MTB. O meglio, secondo me non ci hanno creduto.
      Avrebbe potuto dire la sua e magari “viaggiare” di pari passo con altre grandi aziende di settore invece di rincorrere sempre, come per esempio accaduto con le full enduro uscite a distanza di 2/3 anni rispetto agli altri brand

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      1. Ciao, sì sono informato perché partendo dalla Meta mi sono fatto la domanda: ” Ma ci sarà qualcuno che si ricorda quelle mtb? “. E ho trovato un gruppo facebook di appassionati, con tanto di cataloghi, foto, storia. Siamo circa 600 folli in tutta Italia, sempre a caccia di salvare quei cimeli dalle rottamazioni. 🙂 Ultimamente si é sparsa la voce, mi sa, visto che dai prezzi simbolici di poco tempo fa, si é passati a prezzi spesso altini per bici messe maluccio. Comunque, come dici tu, Bianchi credo sia stata sommersa dalla concorrenza straniera e dopo le serie Ragno ( o ancora prima con le Aspid, Cougar, Shadow, etc) non ha più spopolato e ha fermato la ricerca e sviluppo sulle mtb. Del resto il nome é da sempre sinonimo di bdc.

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