Sabato 31 ottobre 2020. Uscita solitaria con la mia Nukeproof Mega290 come da parecchio tempo mi capita; giro in quel di Colazza (NO) sui sentieri dei Lupi del Cornaggia.
Sentieri tenuti sempre maniacalmente, per un godimento al 100%.
Godimento che si “riduce” un po’ quando vedo la miriade di grupponi di bikers, uno dei quali spiritoseggia anche superandomi in salita…
Al rientro a casa, decido poi di condividere su Facebook l’immagine che vedete in copertina, con la frase “Combatti il virus. Gira solo con la tua bici” che ha poi ispirato il titolo di questa pagina.
Ebbene, in poco più di qualche ora il post ha “portato a casa” circa 800 likes, più di 70 commenti e 20 condivisioni.
Insomma, a parte il gradimento da parte di molti che hanno messo il famoso “mi piace”, quello che più mi ha emozionato è stato il fatto che molti bikers come me si siano sentiti di esprimere la propria opinione commentando [e condividendo, ndr] il mio pensiero, espresso nella didascalia che avevo aggiunto alla foto.
Non mi aspettavo di “influenzare” così la platea e ciò mi ha fatto piacere; insomma, non mi sono mai sentito un influencer, quindi…
COVID e uscite solitarie in bicicletta: l’approfondimento era dovuto
Al di là dei commenti più o meno sarcastici e dei pareri di alcuni che hanno voluto sottolineare la pericolosità e l’imprudenza di girare senza compagni, ciò che molti di coloro che hanno commentato non hanno a mio avviso compreso, come riders ma soprattutto come uomini, è quanto sia importante l’impegno [ed il sacrificio, nda] di ognuno di noi in questo momento storico molto particolare di emergenza sanitaria legata alla diffusione del COVID-19.
E mi riferisco, per esempio, ai suggerimenti che la Federazione Ciclistica Italiana (FCI) aveva emanato settimana scorsa per evitare il formarsi di spontanei assembramenti durante l’attività ciclistica e assicurare il carattere individuale (link QUI).
[come sapete, con il nuovo DPCM la situazione è cambiata e cliccando QUI potrete leggere da voi, sempre sul sito della Federazione, come impatterà sulla pratica del ciclismo, nda].
Ma a parte le misure di allontanamento sociale che dobbiamo osservare ora, anche quando le cose torneranno alla normalità uscire in bicicletta da soli in giro potrebbe essere un buon metodo per allenare non solo il nostro fisico ma, soprattutto, la mente.
Volete sapere perchè? Ecco la mia esperienza…
Girare in gruppo può essere molto divertente, ma un’uscita in bicicletta in solitaria può essere altrettanto bella

Partiamo dal presupposto che la vita è come un giro in bici.
Potete andare sui trails con altre persone ma, alla fine, il vostro viaggio è solo…vostro.
Quello che provate nei momenti trascorsi sulla bici, lo provate solamente voi e, non potete negarlo, nessun altro può sperimentarlo dal vostro punto di vista e voi, ovviamente, non potete in quello degli amici.
Inoltre, volete mettere la libertà di poter scegliere liberamente cosa fare della nostra uscita in bici?
Mettete il caso che durante un’uscita in bici di gruppo ci imbattiamo in un drop, cosa che sappiamo ci gasa un sacco.
Il nostro compagno di riding magari non vuole neanche fermarsi per osservare l’ostacolo, mentre noi avremmo voluto studiarcelo per bene perché, come dicevamo, a noi, i drop piacciono un sacco. E ci rendono euforici.
Ecco, siamo di fronte ad un bivio, dobbiamo prendere una decisione. E in questi casi, specie se si è in giro con qualcuno che ha altri impegni e non ha troppo tempo per stare fuori in bici, qualcun altro deciderà per noi.
E lo sappiamo che sarà così.

È da egoisti, ma con il passare degli anni le esigenze di ognuno di noi cambiano e, con loro, cambiamo noi.
Girare da soli, credetemi, porta enormi vantaggi
- si può andare dove si vuole, quando si vuole, come si vuole;
- non ci si deve adattare a quello che vogliono fare gli altri;
- si può scegliere se andare a fare “quella salita assassina che gli amici hanno sempre evitato”;
- non si deve aspettare nessuno, sia sotto il punto di vista degli orari, sia tantomeno sotto quello del ritmo da tenere;
- non si deve aspettare quello del gruppo che vuole fare le cose con calma;
- ci si può fermare tutte le volte che si ha voglia di farsi una foto o magari dei video con la propria GoPro, senza il timore del compagno di uscita che non vuole fermarsi o non può perché ha il tempo contato e che, di conseguenza, si irrita facile se gli chiedi di fare una pausa per le fotografie.
Perchè privarsi di un qualcosa che fa stare bene, come un ricordo, quando la soluzione è così semplice? Perchè privarsi di un piacere come quello di bere un caffè caldo in montagna, all’alba, mentre la notte lascia spazio ai mille colori dell’autunno illuminati dal sole che sorge all’orizzonte?
È un’emozione che non ha paragoni!
Quanti amici ti avrebbero seguito in questa pazzia? Solo ad organizzarsi, ci sarebbe stato da discutere giorni su Whatsapp, oppure Telegram, e, magari, senza riuscire a realizzare quello che si vuole fare.
Da solo, decidi e parti [e non perdi tempo, quello che di solito ti chiedono gli altri, a stare dietro le menate ndr].
Le uscite in solitaria giovano all’allenamento
Da quando giro in solitaria, mi alleno come voglio e meglio.
Due amici, Davide “Alle” Allegri e in particolare Federico Frulloni (FF training) mi hanno dato un piano di preparazione.
“Alle” lo conoscete, collabora con il blog di Marco e, come sapete, è un pazzo furioso, profondo conoscitore delle alchimie che compongono l’allenamento, la salute e il benessere, oltre che un grandissimo rider downhill.
Fede è preparatore atletico di molti atleti affermati della scena ciclistica italiana.
Insieme, costituiscono una miscela motivante pazzesca. Credo che ricerchino la bellezza, dentro e fuori, da ogni persona e lavorino per farla esprimere. O perlomeno, questa è la mia esperienza con loro…

Da solo, è più facile attenersi alla scheda preparata da professionisti sulla base dell’obiettivo che si vuole raggiungere.
In gruppo invece, dal momento che ognuno ha le proprie esigenze, l’obiettivo non può essere lo stesso e ciò pregiudica l’allenamento.
Quando si è fuori con gli altri, per esempio, se il ritmo è troppo alto, in salita si rischia sicuramente di andare fuori dalla soglia prevista e, in discesa, si rischia di farsi male se si va troppo veloci.
Stare dietro agli amici quando si è stanchi, perché magari abbiamo dovuto tenere il passo del gruppo in salita, non è il massimo
In queste condizioni, oltre ad essere difficile allenarsi, può essere difficile anche divertirsi; o sbaglio?
Concentrarsi sul proprio ritmo invece permette invece, per esempio, di esercitarsi a far girare i pedali in modo più efficiente. Una cosa che può essere difficile da fare in un’uscita di gruppo: alla fine, non si migliora come si vorrebbe!
Da soli la resistenza, intesa come capacità di sopportare uno sforzo fisico nel tempo, aumenta e il carico sopportabile a livello psichico diventa maggiore
Ora va di moda dire che si diventa più resilienti, un tempo si diceva che aumenta la forza di volontà.
Svegliarsi alle 4.34 (!) di mattina, caricare l’auto, farsi più di 100 km nella nebbia autunnale delle autostrade della pianura padana per andare in montagna e fare “una salita assassina solo per godere dell’esplosione di luci e colori all’alba” è un bello sbattimento, non lo nego. Ma se vuoi una cosa, mai mollare.
Il riding solitario lascia tempo per pensare e liberare la mente, circondati dalla natura e dalla sua bellezza, inebriati dalle emozioni.

Il restare con sé stessi, il proprio corpo e il proprio mezzo meccanico favorisce la concentrazione e permette di migliorare la respirazione ed alleviare lo stress.
Infatti, in gruppo è necessario prestare attenzione a molte cose, come mantenere una distanza di sicurezza sia sociale, come dovremmo aver imparato a fare, sia di passo: andare addosso all’amico davanti in un trenino può essere deleterio; se si vede per primo un pericolo, è necessario avvisare gli altri. Tutte cose che occupano la mente.
Quando si è da soli invece, il livello di stress è minore e ci permette di poterci focalizzare su diversi altri aspetti, tra cui cercare nuovi approcci ad avvenimenti della propria vita.
Non si dice pensare fuori dagli schemi? Provate a farlo in bici, mentre pedalate in salita o state percorrendo una discesa alla ricerca del flow [e oramai dovreste sapere cos’è il flow, vero? nda].
Di contro, pedalare in gruppo permette di delegare. Pensate a quando avete avuto un problema meccanico e l’amico esperto ha risolto la situazione.
Non vi è mai capitato anche sul lavoro? E’ più facile chiedere, che mettersi in gioco in prima persona per risolvere quel problema che ci assilla da tanto tempo.
Da soli, riferendosi alla bici e al proprio sport, si impara ad organizzarsi lo zaino, oppure il marsupio e, quindi, a cavarsela in tutte le situazioni, o quasi.

“La borsa da tennis assomiglia molto al tuo cuore: devi sapere in ogni momento cosa c’è dentro” (Andrè Agassi)
Tornando al discorso iniziale dei commenti al post su Facebook, molti hanno evidenziato il pericolo di farsi male e alla problematica di non avere aiuti, se si gira in solitaria.
A parte che questo pericolo c’è sempre e come abbiamo visto potrebbe essere anche maggiore in gruppo; da soli, basta procurarsi un opportuno device, come per esempio ho fatto io acquistando un Garmin Fenix 5, ed attivare la funzione di sicurezza ed emergenza, che permette di richiedere assistenza a chi vogliamo automaticamente.

In ultimo, ma non ultimo, se si è stanchi ci si può fermare e andare a casa.
Non si ha nessun “obbligo” come quando non si riesce a stare dietro al resto del gruppo ma si deve andare comunque avanti perchè non si ha voglia di stare al gioco delle prese in giro gratuite perchè non si è “prestazionali”.
Non vi è mai capitato? Non ci credo! Ma se dovesse esservi capitato, magari potreste rivalutare le uscite da soli o, perlomeno, gli amici. Magari alcuni dovrebbero rivalutare me… ma questa è un’altra storia!
Dobbiamo renderci conto che il mondo sta cambiando e io mi auguro in meglio, sebbene il big bang del cambiamento sia stato drammatico
Servono nuovi approcci. Vivere questo cambiamento in prima persona, accettare le proprie responsabilità e i propri sacrifici deve entusiasmare, come quando si osserva il sole salutare una nuova giornata.
E forse, in realtà, questo è il momento adatto per fare quello che molti considerano un atto folle.
Se si è abituati a girare in gruppo all’inizio uscire da soli potrebbe sembrare noioso.
Ma se ci si focalizza su tutto quanto espresso sopra, vedrete che migliorerà la forma fisica, il livello di riding e, inoltre, farete la vostra parte per combattere il virus maledetto, in attesa del cosiddetto “game changer”, il vaccino.
Ma se volete, potete essere voi stessi il “game changer“, da subito!
Il girare soli rinforza mente e corpo, e io ne so qualcosa , ho girato tantissimo in vall Intelvi , però quando ho trovato amici con la mia stessa passione il girare solo e venuto meno, anche perché si girava ” grosso” .
Adesso che non vado più in bici mi manca la compagnia , la vostra compagnia fatta di risate e sfottò, ciao amico mio
"Mi piace"Piace a 1 persona
Ci siamo fatti l’esperienza, insieme. L’esperienza che ci ha portato a capire cosa fare e non fare quando si gira da soli. Un pò come quando…si vive!
"Mi piace""Mi piace"