Sembra ridicolo dover tornare nuovamente su questo tema e ribadire alcuni concetti già trattati in lungo e in largo da moltissimi, tra cui anche il sottoscritto con un video nel quale interviene un avvocato che si occupa, tra le cose, anche di assistenza legale stradale [Federico Balconi, nda].
Come sta diventando sempre più ridicolo il fatto che “popolo”, ma soprattutto Forze dell’Ordine e di Polizia, non recepiscano (o non vogliano recepire) gli aggiornamenti del Codice della Strada italiano, i chiarimenti redatti e diffusi dal Ministero dei Trasporti e, soprattutto, il Codice della Strada stesso.
Giusto appunto ieri l’ennesima scena di ignoranza in tema di attraversamenti stradali
Mazzo di Rho, lungo la bicipolitana del Comune di Rho mi accingo ad attraversare la strada per poter proseguire lungo l’asse della Via d’acqua Nord, laddove esiste un attraversamento regolato da semaforo; semaforo che puntualmente è fuori uso (attualmente da quasi un anno).
Dalla mia sinistra nessun veicolo, dalla mia destra uno in lontananza a velocità sostenuta e che ben presto raggiunge l’attraversamento stesso.
L’automobilista mi suona, mi fermo, si ferma e, finestrino aperto, mi dice che dovrei accompagnare la bici a mano per attraversare. Al che gli ricordo che l’art. 182 non lo prevede, se non in presenza di pedoni e laddove si arrechi pericolo alla circolazione degli stessi.
Così controbatte dicendomi che le leggi sono fatte per essere rispettate. “Appunto” dico io “però bisogna conoscerle le leggi” e aggiungo “e mi sembra che tu il codice della strada, che è una legge, non lo conosca”.
Le macchine alle sue spalle lo incalzano con un colpo di clacson, lui riparte e io altrettanto… sulla mia bella strada bianca, lontano dal traffico e immerso nella natura, direzione casa dopo una giornata in ufficio.
Solo in Italia si elucubra tanto su codici e codicilli. In qualsiasi paese del mondo civile quell’ automobilista si sarebbe fermato, stop o non stop. PUNTO. E se per caso non avesse davvero visto il ciclista, l’automobilista si sarebbe fermato a chiedere scusa invece di urlare. Sulla strade siete terzo mondo, fatevene una ragione
commento sul mio canale YouTube ad uno dei miei video a tema “attraversamenti stradali in bicicletta”
Senza distinzione di “categoria” l’ignoranza al riguardo degli attraversamenti stradali in bicicletta è veramente molto, a volte troppo, diffusa
Le stesse forze dell’ordine e di polizia, piuttosto che alcuni studi legali o i periti che si occupano di liquidazioni di sinistri, troppo spesso commettono lo stesso errore dei cittadini “comuni”.
A questa ignoranza (becera, visto che l’informazione è alla portata di tutti) si aggiungono:
- le informazioni sbagliate che alcune testate di settore (automobilistico piuttosto che antinfortunistico) diffondono, troppo convinti delle loro idee;
- la totale mancanza di senso civico;
- la totale mancanza di educazione di base;
- il dover per forza di cose dover dare addosso a qualcuno, confermando le tesi di cui sopra (ignoranza, misconoscenza della norma, inciviltà, maleducazione).
Di mio, sono una persona alla quale piace informarsi e approfondire le mie lacune, soprattutto quando sono convinto di aver ragione di una cosa. Questo perchè si fa sempre in tempo a scusarsi e dire “ho sbagliato, avevo torto”. Non c’è niente di male e non ci rende meno maschi!
E così è stato anche per tutto ciò che ruota intorno [per rimanere in tema di bicicletta, nda] e regola la circolazione e gli attraversamenti stradali in bicicletta, visto poi che per molti anni ho organizzato e condotto escursioni in bicicletta e corsi UISP per formare nuove ciclo-guide.
La norma al riguardo degli attraversamenti stradali in bicicletta è molto chiara
O almeno dovrebbe esserlo, soprattutto per chi è tenuto per lavoro a farla rispettare ovvero ad applicarla.
Nell’ormai lontano gennaio 2013 (per l’esattezza il 24 gennaio 2013) il ministero dei trasporti ha diffuso una nota che faceva seguito ad una richiesta di chiarimenti avanzata dal comune di Forlì al riguardo di piste ciclabile e attraversamenti stradali in sella alla bicicletta.
Lo stesso funzionario del Ministero, rispondendo al quesito, chiarisce molto bene anche la questione legata ai cartelli di fine/inizio pista ciclabile piuttosto che alla segnaletica orizzontale che troppo spesso, proprio in prossimità degli attraversamenti e dei passi carrai, viene installata ovvero applicata in modo irregolare.
Giusto per fugarvi ogni dubbio, vi invito a leggere il chiarimento ministeriale che trovate cliccando QUI. Chiarimento che poi ha sicuramente fornito nel 2014 alla Cassazione Penale Sez. IV (sentenza n. 27611/2014), gli elementi per pronunciarsi sempre in merito agli attraversamenti stradali in sella alla bicicletta.
Se poi non siete ancora convinti della cosa e volete approfondire la materia, vi invito a cercare l’articolo dell’Automobil Club di Livorno [quindi assolutamente non un sito web “di parte” o lo scritto di un attivista o di un’associazione del mondo ciclistico, nda] che illustra in maniera veramente esaustiva il tema degli attraversamenti stradali. Cercherò di facilitarvi il compito non appena troverò nuovamente l’articolo 🙂
In quale caso allora il ciclista deve scendere dalla bicicletta quando attraversa sulle strisce pedonali?
Nel caso in cui:
- l’attraversamento pedonale raccorda due marciapiedi in cui non sono presenti piste ciclo-pedonali e sui quali, ovviamente, è vietata la circolazione alle biciclette;
- l’attraversamento pedonale non è funzionale a piste ciclo-pedonali o ad intersezioni semaforizzate.
In questi casi, il ciclista che vuole utilizzare le strisce pedonali e beneficiare della precedenza rispetto ai veicoli, deve sempre condurre a mano il velocipede.
Questo perché l’attraversamento delle strisce pedonali in sella violerebbe le regole relative alla svolta a sinistra, oltre a costituire violazione delle norme d’uso della segnaletica orizzontale.
Chiudo l’ennesimo contenuto sugli attraversamenti pedonali in bicicletta quotanto il post pubblicato questa mattina sul mio profilo LinkedIN
“I ciclisti devono condurre il veicolo a mano…”
“L’Italia ripudia la guerra…”
“La libertà personale è inviolabile…”
“Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario…”
Sono parti di articoli di legge e della Costituzione italiana che presi così “a spezzoni”, sembrano voler dire altro. O no?
Proprio come l’art.182 del CDS che prosegue “quando, per le condizioni della circolazione, siano di intralcio o di pericolo per i pedoni” 🤌
Pensate: da nessuna parte nel CDS italiano si parla di ciclisti che sugli attraversamenti stradali devono condurre la bici a mano 🫤
Eppure, anche ieri mi sono sentito dire che avrei dovuto farlo… su un attraversamento, tra l’altro, che collega due porzioni di pista ciclabile 😅
Che bel paese, il “nostro” paese!



Lascia un commento