Colombia | Il nostro viaggio di 15 giorni – Introduzione

Sono passati molti mesi ormai da quando siamo rientrati dal nostro viaggio in Colombia, praticamente un anno. Abbastanza tempo quindi sia per metabolizzarlo che per iniziare a pubblicare qualcosa al riguardo. Alla fine, il ricordo è ancora vivido e “pulsante” in entrambi.

Per iniziare, credo che la miglior cosa sia partire dal principio, ovvero dal presentarvi il nostro viaggio e le scelte che abbiamo fatto per arrivarci. Spero poi, in un futuro non troppo prossimo, di riuscire a scrivere anche un post con l’itinerario completo e poi qualcosa in più anche sui luoghi visitati, sulle esperienze e sulle persone che abbiamo incontrato lungo il nostro itinerario colombiano come, per esempio, i ragazzi e le ragazze di Breaking Borders – Decima nel Barrio Egypto di Bogotà.

La Colombia è talmente vasta, variegata e ricca di storia che pensare di visitarne i maggiori luoghi di interesse in 15 giorni, è improponibile. Così Claudia ha iniziato a ravanare il web e a confrontarsi con la community di Tripadvisor alla ricerca di contenuti ed esperienze messe a disposizione da diversi viaggiatori (sia nazionali che internazionali) sui loro blog oltre che, naturalmente, a prendere spunto dalle guide turistiche.

Una volta posizionato su Google Maps tutti i luoghi che (secondo noi) sarebbe valsa la pena visitare( sia in termini storico-culturali che in termini naturalistici e sociali) abbiamo iniziato a scegliere luoghi, esperienze, realtà e tutto ciò di cui avremmo voluto fare tesoro in questo viaggio.

Così tra lanci di dadi e monetine in aria (scherzo), e sacrificando a malincuore l’Amazzonia Colombiana e un altro paio di luoghi “iconici”, siamo giunti a un dunque ovvero al nostro itinerario di 15 giorni del quale vi parlerò approfonditamente più avanti.

Perchè prima di raccontarvelo (l’itinerario), un’introduzione alla Colombia è dovuta.


Il Caño Cristales, letteralmente "canale cristallino", il fiume che attraversa la Serrania de la Macarena nel dipartimento Meta in Colombia
Il Caño Cristales, letteralmente “canale cristallino”, il fiume che attraversa la Serrania de la Macarena nel dipartimento Meta in Colombia. Il fiume è caratterizzato da piante acquatiche che, dove l’acqua è più bassa, assumono vari colori e rendono questo luogo unico nel suo genere

Per visitare la Colombia, bisogna conoscere il contesto

Così ci ha detto una delle nostre guide del posto, con un sorriso a metà tra l’orgoglio e la rassegnazione.

Una frase semplice, quasi buttata lì tra una curva e l’altra mentre eravamo a bordo di una Willys nella regione del Cafetero. O forse erano le parole di Carmen al Barrio Egypto di Bogotà?
È una cosa che troppo bene non ricordo, ma la frase ha continuato a risuonare nella mia testa per tutto il viaggio; e ancora oggi me la porto dietro. Perché in Colombia il contesto non è un dettaglio: è la chiave per comprendere i suoi contrasti, la sua sfacciata bellezza, la sua resilienza.

Colombia: il peso della storia, la forza del presente

Non si può visitare un paese senza conoscere l’insieme di circostanze che hanno caratterizzato la sua storia o la sua cultura locale. Negli ultimi cento anni la Colombia ha vissuto una storia turbolenta, segnata da cicli di violenza, trasformazioni sociali profonde e un costante tentativo di reinventarsi.

All’inizio del Novecento era una repubblica prevalentemente rurale, con un sistema politico dominato dalle élite conservatrici e liberali. Le tensioni tra queste fazioni sfociarono nella tristemente nota “La Violencia”, una guerra civile che tra il 1948 e il 1958 causò oltre 200.000 morti, e che fu il preludio a un periodo ancora più complesso.

Dagli anni Sessanta, la Colombia fu infatti teatro della nascita di gruppi guerriglieri come le FARC (Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia) e l’ELN (Esercito di Liberazione Nazionale), che rivendicavano giustizia sociale e diritti per i contadini. A questa guerriglia si aggiunsero i cartelli della droga — primo fra tutti quello di Medellín guidato da Pablo Escobar — che trasformarono il paese in un campo di battaglia per il controllo delle rotte della cocaina.

Il mix esplosivo di interessi ideologici, economici e criminali generò un conflitto armato interno che durò decenni, colpendo soprattutto le zone rurali, ma lasciando il segno anche nelle grandi città. La Colombia degli anni ’80 e ’90 era un paese in bilico, in cui la violenza era parte della quotidianità e lo Stato sembrava impotente.


l'originatore del progetto "Breaking Borders" nel quartiere Egipto di Bogotà illustra il progetto ad alcuni visitatori italiani del quartiere
Harold, la nostra guida (e scorta) mentre ci racconta la sua storia e, soprattutto, la storia di come stanno cambiando il volto di uno dei quartieri più pericolosi di Bogotà

Eppure, la storia della Colombia è anche quella della sua rinascita

A partire dagli anni Duemila, con un misto di riforme, processi di smobilitazione, e investimenti nella sicurezza, il paese ha cominciato un lento e difficile percorso verso la pace. Il culmine di questo processo è arrivato nel 2016, con lo storico accordo tra il governo e le FARC. Un momento imperfetto e ancora oggi fragile, ma simbolico.

Oggi la Colombia è una nazione che non vuole essere definita solo dal suo passato di sangue. È un paese giovane, creativo, sorprendentemente dinamico. C’è una nuova generazione che rifiuta la narrativa della paura e punta sull’arte, sulla cultura, sull’ecoturismo, sull’orgoglio afro e indigeno, sulla sostenibilità. Bogotá, Medellín, Cartagena, Cali: città che raccontano storie diverse, ma che condividono un’urgenza di riscatto.

Molti giovani dall’estero stanno tornando a casa, avviano attività commerciali o investono nel futuro attraverso il turismo. Un turismo molto spesso responsanbile e di prossimità fatto di persone, luoghi, esperienze. Proprio come la nostra guida a Salento che ci ha portato a conoscere Don Leo e la storia della sua finca di caffè o i ragazzi e le ragazze della Decima al Barrio Egypto di Bogotà piuttosto che Juliana, la nostra guida di Gaia Tours, che ci ha introdotti alle meraviglie del parco naturale de La Macarena – Meta e del fiume Caño Cristales.

Certo, le persone vivevano e andavano in vacanza o visitavano la Colombia già prima della sigla dell’armistizio con le FARC o la fine dell’impero di Pablo Escobar, ma oggi la situazione è nettamente migliorata e tanto il Governo colombiano quanto la popolazione (e gli operatori del settore) vogliono liberarsi di tutto questo e stanno compiendo diverse azioni per rendere la Colombia un posto migliore e, soprattutto, una nazione sicura per il turismo. Perchè, piaccia o no, il turismo porta soldi e rende molti luoghi migliori per tutti, siano essi turisti o popolazione del posto [anche al netto dell’aumento dei prezzi, nda].


La Cattedrale Santa Catalina de Alejandrja a Cartagena in uno scatto tra i più iconici
La Cattedrale Santa Catalina de Alejandrja a Cartagena de Indias in uno scatto tra i più iconici

E così dopo decenni, decenni e decenni (e ancora decenni) di guerriglia e sangue, la Colombia sta cercando di “mettere fuori la testa” per potersi aprire in totale sicurezza al turismo.

Oggi, luoghi come la Comuna 13 di Medellin, il Barrio Egypto di Bogotà e la natura incontaminata di La Macarena con le bellezze naturalistiche di Caño Cristales (per citarne alcuni) sono fruibili, visitabili e raccontano molte storie che dovremmo ascoltare. Per comprendere la nazione, per conoscerne il contesto.

Visitare la Colombia oggi, significa inevitabilmente confrontarsi con tutto questo

Non basta perdersi sulle spiagge caraibiche di Rincon del Mar o tra le palme da cera di Salento o le strade coloniali di Barichara: bisogna capire da dove viene questa terra, perché solo così se ne può apprezzare fino in fondo il carattere. Un carattere fatto di bellezza e ferite, di memoria e voglia di futuro. E alla fine, quella frase della guida non è solo un avvertimento: è un invito a guardare più a fondo.

Il nostro itinerario in Colombia di 15 giorni

Il nostro viaggio in Colombia non inizia con il migliore degli auspici: qualche giorno prima del volo Iberia ci informa che il vettore notturno Madrid-Bogotà è stato cancellato e posticipato al mattino seguente.

Inoltre, durante lo scalo madrileño, il mio zaino è rimasto a terra [e con questa è già la seconda volta, grazie personale dell’aeroporto Madrid-Barajas, nda]. La cosa ha influito non poco sul nostro crono-programma di viaggio visto che, una volta arrivati a Bogotà, abbiamo perso un paio di mezze giornate (almeno) per consentirmi di acquistare un po’ di cose necessarie a sopperire all’emergenza. Il tutto, al netto di un’ulteriore mezza giornata e più persa a Medellin per recuperare il mio zaino, che dopo 6 giorni era finalmente arrivato in Colombia…

Ma andiamo con ordine e mettetevi comodi mentre guardate un po’ di foto

Perchè questa è un’altra storia e ve la racconterò nel prossimo post che riguarda il nostro viaggio di 15 giorni in Colombia 😇

Cliccate sulle foto per riprodurle attagliate allo schermo del dispositivo dal quale ci state leggendo 🤙

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