Come vi raccontavo nei precedenti post, grazie a Bergamont Italia ho avuto a disposizione per una decina di giorni una Bergamont e-trailster 8.0 con la quale devo dire di essermi proprio divertito e, soprattutto, di essermi sono proprio trovato a mio agio.
Dopo un primo “test” in Valle Olona (video QUI) per settare leve freni, altezza e distanza sella e tutte le finocchierie del caso, mi sono rivolto al Brandolini [Sbranz Bike Somma Lombardo, nda] per fare il set up delle sospensioni. Non sapendo cosa mi avrebbe aspettato sia in salita che in discesa, abbiamo fatto un set up “di massima”.
La e-bike è il male!
Bugia, volevo solo attirare la vostra attenzione: la e-bike è un bene!
Questo perchè riesce ad offrire a tutti la possibilità di potersi cimentare in percorsi che magari sarebbero stati, per vari motivi, “off limits” a loro; proprio come nel mio caso e in occasione del tour MTB in Val Pellice organizzato dall’Agriturismo Turina di Bricherasio (TO).
E così eccomi anche me in sella ad una e-mtb pronto per affrontare un tour in mountain bike veramente epico.
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- 6, i riders partecipanti (3 uomini, 3 donne)
- 37, i km totali del nostro giro ad anello da Bricherasio al Rifugio Barfè e ritorno
- 1500+, i metri di dislivello positivo
- 4, le ore in movimento
Com’è andato il tour potete tranquillamente vederlo da voi, nel video qui sotto e inclusa la sosta al Rifugio Barfè compresa, dove Davide illustra la preparazione della bagna càuda 😉
Come mi sono trovato con la e-trailster di Bergamont?
A mio agio (punto).
E considerati il peso della bici in se e il carro posteriore molto lungo, non pensavo.
Soprattutto, non pensavo di riuscire a girare così “agile” su quei tornantini così stretti. Anche perchè io non sono proprio un mago del nose-press e quindi mi sono dovuto affidare completamente alla tecnica appresa in occasione del corso per conseguire il brevetto da accompagnatore/guida MTB UISP.
La piega manubrio da 740mm montata sulla e-trailster inizialmente mi ha fatto fare un tuffo nel passato, abituato come sono a una da 780mm. Ma è bastato poco per prenderci confidenza e il carro posteriore lungo nei drittoni scassati ha fatto il suo dovere in termini di stabilità.
La batteria, usata sempre in modalità tour e trail, ha avuto una durata ben superiore alle aspettative [e alle speranze, nda] dei miei compagni di avventura che avrebbero voluto vederla “morire” molto prima e solo per vedere come me la sarei cavata poi… che simpatiche canaglie 🙂

La e-bike, in generale, è un bene per chi vuole godersi un’uscita in mountain bike a 360° senza dover per forza di cosa dover rinunciare a qualcosa
A differenza di tutti coloro che prima l’hanno guardate con sospetto affermando addirittura “Non fate diventare la fatica un bene di poco valore. Perché la fatica è la vera moneta che si deve pagare in montagna, e che la rende così unica” e invece oggi ne decantano tutte le lodi del mondo perchè alla fine il business è pur sempre business, io ho voluto aspettare di provarne una per esprimermi.
Non che fosse necessaria la mia opinione al riguardo, ci mancherebbe, però volevo condividere con voi le mie impressioni e, soprattutto, un paio di “pensieri in libertà“.
Pur non avendone mai provate prima, ho comunque sempre sostenuto che le e-bike sono un ottimo vettore per chi ha intenzione di promuovere il proprio territorio anche attraverso una proposta turistica a due ruote. Come, per esempio, fare dello shopping a Milano in e-bike piuttosto che raggiungere la Capanna Mara (sotto al Monte Bollettone) e fermarsi magari per una polenta taragna, un tagliere di salumi e formaggi e un quartino di vino.
La e-bike quindi non è il male!!!
Se ogni hotel/B&B/struttura ricettiva avesse nella sua cantina 4/5 e-bike (urbane o mountain bike fa poca differenza) da mettere a disposizione dei propri ospiti, gli stessi potrebbero sentirsi incentivati a spostarsi con le e-bike per godersi un modo tutto nuovo di scoprire il territorio in modo “alternativo” e sostenibile.
Naturalmente, il territorio stesso deve essere pronto a “trasformarsi” per permettere ai potenziali fruitori di essere scoperto. E quindi, per forza di cose, le località dovrebbero iniziare ad attrezzarsi per realizzare piste ciclo-pedonali, reti di sentieri, cartellonistica, segnaletica, rastrelliere dove parcheggiare le bici e via dicendo.
Certo, l’investimento non sarebbe da poco, ma sono sicuro che a lungo andare tutti godrebbero del vantaggio dell’investimento. Non investire e fare le cose alla “carlona” invece, non gioverebbe a nessuno.
Una breve digressione prima di chiudere
Quello che si sta per chiudere non è stato per me un grande anno se analizzato per bene. La bicicletta non mi ha regalato grandi soddisfazioni, anzi… ho faticato molto per ritrovare il feeling con lei.
Troppi “problemi” di varia natura, troppi alti e bassi di umore, troppo poco tempo a disposizione, troppa discontinuità e troppo tutto (che alla fine mi hanno anche portato a non godere più come prima, nello spirito, delle uscite in bici) alla fine non mi hanno consentito di raggiungere una buona agilità di gamba e quella “potenza” che comunque in salita sono necessarie (specie se poi ci si vuole divertire anche in discesa). E quest’anno ancora di più rispetto agli altri anni.
Insomma, già non sono un “campione”, se ci mettiamo anche i fattori di cui sopra… sono proprio alla frutta!
Considerato quanto sopra quindi, devo dire che la e-bike per me è stata una vera manna. È stata la mia crocerossina, venendomi in soccorso e dandomi la possibilità di non perdere l’invito dell’Agristurismo Turina.

Non dire sbagliato se non hai provato
E mi rivolgo a tutti i crociati del ciclismo e cioè a tutti quegli amatori che, affetti dalla sindrome del cazzo piccolo, devono trovare sempre un motivo per fare a chi ce l’ha più lungo.
Ragazzi, non si può dire se una cosa sia giusta o sbagliata se prima non l’abbiamo provata [se non per quelle cose che sono proprio fuori “dalle grazie di Dio” come si dice, senza stare qui ad elencarle tutte, nda].
Non si può sempre commentare i post a tema e-bike con i soliti commenti del tipo “eh ma con le e-bike non si fa fatica” oppure “ti piace vincere facile è?” o ancora “la e-bike non è andare in bicicletta“… seeee, come no!
Tutti questi “puristi” della bicicletta e della fatica a volte commentano per partito preso, senza sapere che, alla fin della fiera, anche con la e-bike (se si vuole) si può faticare! E invece no, i radicali liberi non si smentiscono mai!
Magari, moltissimi di questi puristi della salita in discesa non sanno manco che pesci prendere e allora…
Il mondo è bello perchè è vario, e così anche il ciclismo
Se praticato nel rispetto del prossimo, non vedo dove sta il problema.
Bicicletta “muscolare” o a pedalata assistita, down-hill o bici da strada, cross-country o enduro, 29″ o 26″ o 27.5″, acciaio o carbonio e così via…
Ognuno di noi deve sentirsi libero di praticare il ciclismo che vuole. Specie se poi teniamo anche conto del tempo che ognuno di noi ha a disposizione per mantenersi in forma o dei vari problemi “bio-meccanici” che nel corso degli anni possono comparire.
Per tenere la gamba allenata ed agile ci vuole molto tempo a disposizione, non è solo questione di volontà
Naturalmente, anche nell’utilizzo della e-bike è necessario molto buon senso, molta educazione, molto senso civico e molta conoscenza dei propri limiti e della propria preparazione (sia atletica che tecnica), specie se pensiamo di andare a sfruttarla fuori strada e, ancora di più, sui sentieri di montagna.
Ma di questo, magari, ne parleremo più avanti in un altro post 🙂
Peace!

Marco, ti dirò che ho letto tutto con interesse e che hai perfettamente ragione nel dire che prima di trinciare giudizi bisognerebbe provare le cose.
Mi sono piaciute molto le tue impressioni anche perché ti reputo un esperto. Credo però che la e-bike non si confaccia al mio carattere che non vuole sconti. Questo non toglie nulla ai vantaggi che la e-bike può offrire a tante persone non così “masochiste” come me 😊🚴
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Non sono un grande esperto dai, anzi… sono uno scolaretto 🙂
Ti dirò, la ebike non fa neanche per me, specie perché non saprei ancora cosa farmene se non magari un giro all’Invergneux o cose del genere. Per adesso, vado bene ancora con la mia Charlene e anzi… presto spero di prendere una gravel 🙂
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Per un giro come quello fatto in Val Pellice era peretta. Con lo scarso allenamento di quest’anno, i 15 km di salita lì avrei sentiti tutti anzi… non ci sarei proprio arrivato al barfè 😂😂😂
Sono ben lontano dall’agilità di quando andai a fare il lungo alla Casartelli
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