Le piogge dei giorni scorsi hanno messo a dura prova le piante sul nostro balcone e oggi, armato di buona volontà, mi sono dato all’urban gardening
Fare dell’urban gardening su un balcone come il nostro non è cosa facile, specie in questo periodo e specie se si vuole tenerlo in ordine dandogli anche “parvenza” di pulizia, cosa che, in autunno, risulta essere ancora più complicata; se poi aggiungiamo anche la presenza di un gatto che ti mordicchia tutto il mordicchiabile e ti spelacchia ovunque la sua presenza…
Il nostro balcone è caratterizzato dal fatto che è un balcone di mansarda, quindi “incavato” nel tetto e senza ringhiera. Questa cosa lo rende molto umido in autunno (quando piove per molti giorni) ed un vero e proprio forno in estate, con i suoi pro ed i suoi contro per la coltivazione di fiori, piante, bonsai, erbe officinali e quant’altro.
Come vi dicevo, dopo aver glissato l’invito di alcuni Soci dell’Associazione Sportiva per un giro in mountain bike (perchè restare nel letto accanto alla mia compagna era molto più piacevole!) e dopo aver fatto un’abbondante colazione a base di panettone e pan cakes, mi sono quindi armato di buona volontà e ho deciso di dare una sistemata alle piante sul balcone il “nubifragio” dei giorni scorsi. Insomma, dopo una settimana pioggia, i sottovasi erano pieni di acqua, le piccole piante di moscato avevano le foglie dello stesso colore di quelle immerse nell’acqua dei porta-fiori del camposanto e c’era un marasma che nemmeno dopo l’apocalisse.
Dopo che nei giorni scorsi avevo già ritirato nel sottotetto esterno (dove ci sono anche la cuccia e la lettiera del gatto,nda) i vasi con i semi di larice e tutte le piantine che sto coltivando per fare dei bonsai (per simulare una sorta di “serra fredda”), oggi ho fatto del mio meglio per dare a tutte le piante del nostro urban garden un futuro migliore povero di umidità, ristagni di acqua e quant’altro non giova alla loro salute.
Ho quindi tolto i sottovasi a tutte le piante (in quelli delle fragole, le loro radici erano uscite dai vasi ed erano a mollo nell’acqua), spostato il vaso con due gerani e una piccola pianta di moscato più in alto in modo da prendere più sole, spostato il vaso con la pianta di moscato che tante soddisfazioni mi da più al riparo dalle intemperie (sarà il suo primo inverno fuori dalla serra o comunque all’aperto), sfoltito decisamente il timo e tagliato l’erba cipollina alla base.

Dopo queste operazioni, ho sistemato una talea di moscato e quattro piccoli vasetti contenti i semi di larice sul davanzale della finestra del bagno in modo da tenere tutto al riparo da freddo ed intemperie, senza però tenerli al coperto o comunque dentro un riparo. All’estremità della talea di moscato ho appeso un sasso in modo da indirizzarla verso il basso nella sua crescita… voglio fare di lei un bonsai a cascata 🙂
Alcuni di voi si potrebbero chiedere come mai questa separazione dei semi in diverse zone. Il perchè è presto detto: voglio vedere, se mai dovessero germinare, le differenze nella germinazione tra quelli nel sottotetto (serra fredda, o giù di li), quelli all’esterno ma comunque riparati e quelli piantati nel terriccio “vulgaris” e sottoposti ad ogni genere di intemperia.
Aspettando che l’inverno arrivi e la primavera poi con lui, avremo tutto il tempo per progettare come sistemare le piante in primavera sul nostro balcone… abbiamo grandi progetti per le rose, soprattutto per Ariana, la mia rosa Afghana della quale vi racconterò presto al storia 🙂
AGGIORNAMENTO DEL 30/11/2016: le piante che si trovavano nel sottotetto esterno le ho spostate nuovamente all’aperto in quanto mi sono accorto (per fortuna) che stavano facendo della muffa sui tronchi e comunque la terra non si asciugava bene. Non ho voluto rischiare e ho portato nuovamente tutto all’aperto anche se pur sempre al riparo da gelate notturne, troppa pioggia ed eventuali nevicate #speriamobene
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