Per me e Claudia la punta Cermenati sul Monte Resegone è stata un’inaspettata conquista.
Per molti magari potrebbe sembrare ovvio salire sul Resegone, ma per noi, che non siamo assolutamente dei provetti “alpinisti” ne tanto meno ci consideriamo degli esperti trekkers o hikers, è stata proprio una bella soddisfazione arrivare su in cima.
Proprio come ci diceva un ragazzo trovato lungo il nostro cammino.
Ma cominciamo dal principio
Da quando è che mi sono trasferito per lavoro nel varesotto, ho spesso sentito parlare del Monte Resegone.
Negli anni poi, ho appreso che per moltissimi bustocchi el Resegun [insieme alle Grigne, nda] è una di quelle montagne che una volta nella vita almeno bisogna arrampicarsi lassù, fosse l’ultima cosa che si fa.
Poi ho conosciuto Claudia e anche lei si è aggiunta a quella schiera di persone che varda là el Resegun che montagna. La vedi? Lì, vicino alle Grigne, a forma di segaccio per la legna.
Insomma, tutti fieri di questo benedetto Resegone. Così negli anni la mia curiosità è aumentata: volevo vedere il Resegone da più vicino!!!
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Armiamoci e partiamo, giunta l’ora è di andare a conoscere il Resegone da più vicino
Così mi sono messo un po’ sul web, ho cercato qualche informazione su percorsi e sentieri per raggiungere il Monte Resegone o comunque dei percorsi da poter fare alle sue pendici, anche solo per poterlo vedere da più vicino.

Digressione: non è importante il posto ma lo spirito
Di solito quando esco per sentieri (ma non solo) il mood è sempre lo stesso: “andiamo a vedere un posto nuovo e vediamo cosa ne esce fuori“. Un po’ come quel sabato che siamo andati alle Cascate del Toce e alla fine siamo finiti a visitare gli Orridi di Uriezzo con nostra somma soddisfazione!
Così è stato anche nel momento in cui ho preparato questa uscita.
Non mi ero prefissato di raggiungere la vetta del Resegone perchè conoscevo la nostra preparazione “atletica” e sapevo bene che determinati dislivelli e alcuni passaggi su roccette potevano magari non essere alla nostra portata.
Insomma, strafare non ci piace e preferiamo volare bassi per goderci le nostre scoperte e avere il massimo beneficio sia per il fisico che per l’anima.
Ma torniamo alla preparazione della nostra escursione ad anello sul Monte Resegone

Consultata la guida Valli delle Grigne e del Resegone del Touring Club Italiano [che ci hanno regalato i genitori di Claudia, nda] e fatta la nostra solita considerazione di cui alla digressione, tra mille alternative la sera prima dell’escursione decidiamo di fare qualcosa di tranquillo tanto per mettere qualche metro di dislivello in più sulle gambe; ma senza toglierci però il gusto di aver visto il Resegone da più vicino.
Usciamo così di casa l’indomani mattina (non troppo presto naturalmente) alla volta del Piazzale della funivia di Versasio da dove, a piedi, avremmo poi raggiunto i Piani d’Erna attraverso i sentieri n. 1 e n.7 per vedere il Monte Resegone da più vicino.
E se prendissimo la funivia? Ci sarà pur qualche sentiero in quota da fare senza arrivare per forza di cose in cima al Resegone
Così esordisce Claudia una volta arrivati al piazzale della funivia che conduce ai piani d’Erna, estasiata alla vista che ci sovrastava.
Così tiro fuori di nuovo la guida, guardo velocemente i vari percorsi e gli faccio “Senti qua, e se andassimo proprio sulla vetta del Resegone? Alla fine il dislivello non è tanto di più di quello che avevamo preventivato e la guida, come tempo di percorrenza, dice 2 ore e 15 minuti di cammino agevole, quindi non credo sia poi così tanto ostico e al di fuori delle nostre possibilità“.
Maghi come siamo nel “ripianificare” i nostri itinerari, in men che non si dica scegliamo questa nuova opzione.
Monte Resegone arriviamo!
Calziamo gli scarponi, apriamo i bastoncini, spalliamo gli zaini, prendiamo un caffè, paghiamo il biglietto e ci imbarchiamo sulla cabinovia stipata quasi al limite.
Arrivati in cima, ai Piani d’Erna, ci prendiamo qualche minuto per goderci il panorama e scattare un paio di foto.
Il frescolino che mi risveglia la pelle mi fa ricordare di aver dimenticato la giacca in macchina. “Bravo merendero Marco, così si fà” penso tra me e me mentre Claudia sogghigna…
Con un bel vento fresco che ci accompagna, e seguendo la guida, ci mettiamo sul sentiero e iniziamo la nostra passeggiata.

Escursione ad anello del Monte Resegone
Usciti dalla funivia che collega Versasio con i Piani d’Erna, scendiamo verso il ristorante Piani d’Erna e, lasciandocelo sulla destra, seguiamo la strada che tende a sinistra mentre il Resegone spadroneggia sopra le nostre teste e davanti a noi.
Scendiamo un po’ perdendo dislivello e, lasciandoci una baita sulla sinistra alle spalle, raggiungiamo un prato che molto mi ricorda la zona dei Cinque Confini sul Monte Terminillo 🙂
Saliamo a mezza costa sul pendio degli impianti dove un cartello ci dice “Anello del Resegone“, indicando sia destra che sinistra.
Ignoriamo il cartello a destra e proseguiamo, come ci dice la guida del Touring Club Italiano, a destra e in direzione del Passo del Giuff e della Sorgente Forbesette. Guadagniamo quota e dopo qualche centinaio di metri il sentiero si restringe ed entra in un fantastico bosco 🙂
All’ombra, e soprattutto al fresco, percorriamo per una quarantina di minuti un fantastico single-track nel bosco sul quale si vede l’intervento [molto ben fatto, nda] dell’uomo.

Proseguiamo a mezza costa in leggera pendenza e, percorso un tornante che si alza a destra, prendiamo rapidamente quota all’interno di una stretta forcella incassata nella roccia e che ci porterà al Passo del Giuff (1500 mt s.l.m.), dal quale si può godere di un bel panorama sulle Grigne e sul Monte Due Mani.
Tralasciando un sentiero a sinistra proseguiamo a destra e, tralasciando poco più avanti il sentiero per la Val Caldera e il Rifugio Azzoni (segnavia n.8, rosso) a destra, proseguiamo tenendo la sinistra (segnavia n.7, verde) lungo il sentiero nel bosco.
Dapprima in discesa e poi in falsapiano, proseguiamo nel bosco lungo un bellissimo sentiero tipicamente flow single track che sembra perfetto per essere percorso in mountain bike: certo che ad avere Charlene a portata di mano…
Lungo il cammino incontriamo altri gruppi di escursionisti, tutti molto educati e tutti molto affaticati dalla scarpinata
Lì per lì immagino che abbiano seguito l’anello in senso antiorario e solo più tardi, percorrendo in discesa la parte che loro hanno fatto in salita, capirò il perchè della loro stanchezza.
Alcuni di loro ci chiedono se sono nella direzione giusta per tornare ai Piani d’Erna, garbatamente rispondiamo di si e che basta seguire il segnavia n.7 per non sbagliarsi.
Proseguiamo il nostro cammino sul sentiero a mezza costa e sempre nel bosco.
Tra sali e scendi raggiungiamo il largo piano erboso della Sorgente Forbesette (1378 mt s.l.m.) attrezzato anche con tavoli.
Superato il serbatoio dove sono incanalate le acque della sorgente troviamo un bivio con i cartelli che indicano il Rifugio Azzoni e il Rifugio Resegone.
Un ragazzo fermo sul posto ci dice che andare al Rifugio Resegone non ne vale la pena “prendete a destra e salite al Rifugio Azzoni e poi sulla cima del Resegone. Usciti dal bosco si prende rapidamente quota e la salita è faticosa, ma la soddisfazione di essere arrivati in cima al Resegone ed il panorama vi ripagheranno, fidatevi“.
Ci fidiamo del suo consiglio facciamo un respiro profondo e ci prepariamo alla salita vera.
Lungo la strada incontriamo moltissimi altri escursionisti di ogni età che scendono lungo il sentiero. Valutato che tra di loro ci sono anche alcuni bambini, ne deduciamo che non deve essere poi così impossibile salire sulla vetta del Resegone.
Mentre saliamo, il sentiero inizia a farsi più ampio tra radi faggi, gradoni di roccia e traversi in pendenza moderata
Dopo qualche gradone di roccia, su maggiore pendenza, usciamo dal bosco e proseguiamo al di sotto di spuntoni e torrioni calcarei. Lungo la via ci sono molte tracce scavate dall’erosione dell’acqua, alcune delle quali tagliano dritto tra i tornanti, se pur su maggiore pendenza.
Dopo essere rientrati e usciti nuovamente dal bosco, sopra la nostra testa vedo sventolare il tricolore italiano sul tetto del Rifugio Azzoni e poco più a destra intravedo la croce della Cima Cermenati.

Mi volto, guardo Claudia e gli indico la vetta del Resegone
“Dai Claudietta che ci siamo quasi” le faccio, spronandola per darle un po’ carica.
Spezziamo il fiato, e con ripide svolte su gradoni e su fondo di ghiaia e sassi continuiamo a salire mentre, dopo un tornante a sinistra, il panorama si apre sul Monte Disgrazia.
Raggiungiamo una bocchetta in cresta dalla quale godiamo del panorama sulla Brianza e, proseguendo a destra lungo, prendiamo un sentiero incassato nella roccia.
La Cima Cermenati è di fronte a noi, aumentiamo il passo.
Ci lasciamo il Rifugio Azzoni (1860 mt s.l.m.) sulla sinistra e, proseguendo sul sentiero e sui gradoni di cemento, raggiungiamo finalmente la Vetta del Resegone (1875 mt s.l.m.) dopo due ore scarse di cammino.
Da qui la vista è magnifica: i laghi, la pianura padana e, in giornate veramente limpide, la catena appenninica.
Il sorriso e la felicità sul viso di Claudia ed il panorama incredibile a 360° mi riempiono di gioia: happiness only real when shared
Scattiamo qualche foto, mangiamo un panino, ci godiamo la nostra “piccola conquista” e ben presto arriva il momento di rimettersi in marcia.
Non sappiamo a che ora chiuda la funivia e sono già le 17:00 ormai. Non so perchè, ma ho come la sensazione che dovremmo farcela a piedi fino al piazzale della funivia del Pizzo d’Erna.


Mentre scendiamo dalla vetta, incontriamo un ragazzo che lavora presso il Rifugio Azzoni. Ci dice che la funivia solitamente chiude verso le 18.30, scendendo da dietro al rifugio e seguendo il sentiero, stando sempre sulla destra, che scende ripido in cresta e a mezza costa, in un’oretta e mezza dovremmo riuscire ad essere nuovamente ai Piani d’Erna.
Considerato che così facendo possiamo anche chiudere il nostro Anello del Resegone, scegliamo questa ipotesi e, tra roccette e gradoni su fondo ghiaioso, ci rimettiamo in marcia seguendo il segnavia n.1 ed i classici bolli bianco-rossi che rinveniamo sulle rocce.
Lungo tutta la discesa ci accompagna un panorama incredibile e, di tanto in qua, anche qualche camoscio, che con il suo strano verso ci indica costantemente la sua presenza.
Dopo mille svolte, roccette, gradini e tornantini, all’interno di un piccolo canyon il sentiero piega bruscamente a sinistra per rientrare nel bosco e sempre in discesa giungiamo ad un bivio.
A destra possiamo chiudere l’Anello del Resegone e guadagnare la funivia per tornare a valle ed al parcheggio. A sinistra il sentiero scende al Rifugio Stoppani (segnavia n.1) per poi tornare a valle.
Essendo già le 18:15 circa, e non volendo rischiare di dover “scarpinare” a vuoto fino alla funivia per dover tornare poi sui nostri passi, decidiamo di prendere per il Rifugio Stoppani e chiudere il nostro anello direttamente al parcheggio del piazzale della funivia di Versasio (funivia che conduce ai Piani d’Erna).
Stiamo scendendo attraverso il sentiero che il giorno prima ci eravamo prefissati di fare in salita
Lungo la discesa la stanchezza si fa sentire, ma non ci perdiamo d’animo e raggiungiamo il Rifugio Stoppani (890 mt s.l.m.) prima ed il piccolo borgo di Costa poi, seguendo sempre il segnavia n.1.
Superato il piccolo borgo di Costa (784 mt s.l.m.), proseguiamo lungo il sentiero che, dopo una svolta a destra, piano piano inizia ad allargarsi fino a diventare una mulattiera selciata facilmente percorribile anche in mountain bike, se pur noiosetta.
Lungo la strada incontriamo molti alpinisti che, carichi di corde ed attrezzature, tornano anche loro verso il parcheggio della funivia dopo aver speso il loro tempo sulle pareti attrezzate e sulle ferrate che si trovano in zona.
Giunti all’altezza dell’azienda agricola Devìscio (600 mt s.l.m., scendendo sulla nostra sinistra) la mulattiera di interrompe per lasciare spazio alla strada asfaltata.
Percorso qualche centinaio di metri, all’altezza di una curva a destra, intravediamo a davanti a noi i segnavia che indicano un sentiero a sinistra che ci riporterà dritti dritti al piazzale-parcheggio di fronte alla funivia di Versasio e che conduce ai Piani d’Erna.
Arrivati alla macchina, stanchi ma soddisfatti, non abbiamo nemmeno il tempo di una birra talmente si è fatto tardi alla fine. Insomma, dobbiamo rientrare a casa a Milano, e di sicuro un po’ di traffico lo troveremo lungo il rientro.
Compriamo una coca-cola ed un’acqua al bar, accendo un toscano quando sono già in macchina, guardo Claudia negli occhi e la sua espressione mi dice tanto:
MONTE RESEGONE, TI ABBIAMO PRESO 🙂

Di seguito il link ai sentieri e ai punti di interesse che riguardano questa escursione e che trovate su Trailforks.com
- Piani d’Erna – Passo del Giuff
- Passo del Giuff – Bivio Sentiero 17
- Bivio Sentiero 17 – Colletto di Brumano
- Colletto di Brumano – Vetta Monte Resegone
- Rifugio Azzoni (Vetta Resegone) – Piani d’Erna
- Sentiero da/per Rifugio Stoppani
- Rifugio Stoppani – Parcheggio funivia Versasio
Cliccando QUI potrete invece vedere la traccia dell’escursione ad anello del Monte Resegone direttamente su Trailforks.com e farvi anche un’idea sulla mappa consultando curve di livello, punti d’interesse, prese d’acqua e così via.
In chiusura, ecco qualche dato in più sull’escursione che potrebbe interessarvi:
- Distanza percorsa, 8.7 km circa
- Dislivello guadagnato (D+), 947 metri (ogni dispositivo/app dice la sua al riguardo)
- Quota massima, 1875 metri s.l.m. (Vetta Monte Resegone)
Se proverete questa escursione, magari lasciatemi un commento sotto l’articolo, giusto per sapere se vi è piaciuta la proposta 😉
L’ha ribloggato su HaiVolutoLaBici?e ha commentato:
Più di uno spinto per qualche escursione nel Lecchese…
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