Giorno di pre-vigilia natalizia, sono le 09:00 circa e noi siamo ancora nel letto.
Claudia accenna un “andiamo a fare un passeggio in montagna?” e io, che già ci pensavo il giorno prima mentre ero in sella alla mia Charlene, non potevo che dirle di si 🙂
È un po’ che non usciamo a camminare in montagna e un’escursione senza strafare è quello che fa per noi.
Da lontano le Grigne e il Resegone (sia dalla Valle Olona, nell’uscita in mountain bike del giorno prima, che da casa a Milano) mi sembrano entrambe abbastanza privi di neve, così apro quella che ormai è diventata la nostra guida del Touring Club Italiano [e si, perchè prima era dei genitori di Claudia, nda] e scelgo un itinerario che si confaccia alle nostre “esigenze”.
Tenuto conto che non saremmo usciti di casa prima delle 11:00, scelgo un itinerario veloce e con un dislivello accettabile visto che non usciamo a camminare in montagna dal dì del giro ad anello sul Monte Bollettone (leggi il report QUI).
Considerati massimo 600 metri di dislivello positivo e due ore di cammino per l’andata, la nostra scelta ricade sull’itinerario Morterone – Monte Due Mani.
Quest’anno niente gitarella all’estero per Natale, ma una gitarella in montagna e più precisamente alla scoperta del Monte Due Mani
Saliti in macchina, recuperiamo panini e pizza al forno vicino casa e dirigiamo verso Lecco. Poco prima di entrare in Ballabio, svoltiamo a destra e iniziamo la nostra salita verso Morterone, come descritto nell’itinerario della guida del Touring Club.
Dopo circa 10 km di comoda strada in salita [un po’ strettina per due macchine, ma comunque comoda e molto ben tenuta, nda] parcheggiamo la macchina in una comoda piazzola (distante meno di un chilometro dall’uscita della seconda galleria che troviamo strada facendo).
Recuperiamo gli zaini nel bagagliaio (nel mio, all’insaputa di Claudia, ho messo una sorpresina da stappare insieme) e iniziamo la nostra salita (altitudine 1063 metri s.l.m.).

La temperatura è ottimale e l’assenza di neve [alla vista, nda] mi fa ben sperare
In alto, davanti a noi, ho già individuato il tipico bivacco sferico del Monte Due Mani
Il sentiero, ben visibile davanti a noi e ben segnalato, inizia subito in salita e dopo nemmeno dieci minuti di cammino è già ora di iniziare a togliersi i primi capi di abbigliamento messi su “a cipolla”.
Lungo “la via”, qualche residuo della nevicata dei giorni scorsi ma nulla di preoccupante per adesso.
Da valle, la nostra meta e il sentiero per raggiungerla sembrano essere ben esposti al sole e a sud, e gli escursionisti che ci precedono sembrano salire belli spediti e senza troppi problemi.
Snodandosi lungo la costa della montagna, la percorrenza del sentiero rimane molto piacevole. Qualche roccetta da superare di tanto in qua, ma niente di insormontabile.
Alla nostra sinistra, la parete nord del Resegone e mentre ripercorriamo con i ricordi il nostro giro ad anello per raggiungere la cresta Cermenati del Resegone stesso (report QUI), in una trentina di minuti raggiungiamo la Bocchetta di Dèsio (distanza 1.5 km, altitudine 1340 metri s.l.m.).

Qui la coltre di neve a terra è bella compatta e persistente. Claudia è felicissima e, con essa, anche io.
Dopo una breve pausa riprendiamo il cammino ed entriamo in un ampio bosco di faggi.
Il sentiero, davanti a noi, dopo pochi metri svolta repentinamente a sinistra inerpicandosi dapprima lungo il fianco della montagna e poi lungo la “direttissima”, tra mille tornanti, un ometto e tanta neve ghiacciata lungo la tratta.
Davanti a noi, a pochi metri, due escursionisti ci precedono
Mentre ce ne andiamo in freeride per evitare la neve ghiacciata, scambiamo qualche “chiacchiera di cordata” con gli altri due escursionisti.
Le chiacchiere si rivelano molto utili a ravvivare lo spirito e a non pensare ne alla pendenza, ne alla mancanza di forma fisica ne tanto meno alla neve ghiacciata a terra…
Insieme, tutti e quattro, raggiungiamo un segnavia in cresta (distanza 2.5 chilometri, altitudine 1604 metri s.l.m.) dove ci fermiamo ad ammirare il panorama e scambiare ancora qualche chiacchiera con gli altri due escursionisti che, nel mentre, agganciano i ramponi da ghiaccio ai loro scarponi.
Con il Resegone alle spalle, davanti a noi e in senso orario ammiriamo: Monviso, Monte Rosa, Grignetta, Grignone, Legnone, Pizzo Tre Signori, Campelli, Sodadura, Arera, Alben, Costa di Palio, Resegone e gli Appennini (visibili solo dalla vetta meridionale del Monte Due Mani e in giornate veramente limpide).
La vista, da quassù, spazia inoltre su Lecco e su tutta la Valsassina, oltre che sui Laghi di Pusiano, Annone e Garlate


Ma per me e Claudia la “scalata al Monte Due Mani” finisce qui, ad un passo dalla vetta meridionale del monte stesso
Non essendo attrezzati per superare la cresta ghiacciata, siamo costretti a fare dietrofront. Prevenire è meglio che curare e in montagna è sempre meglio non rischiare!
Potremmo tornare indietro un centinaio di metri e scegliere di raggiungere la vetta meridionale del monte attraverso un sentiero che taglia attraverso la costa della montagna.
Ma non fido troppo ad allungare i tempi soprattutto perchè vorrei guadagnare la Bocchetta di Desio in discesa quanto prima e in sicurezza, per poterci godere la meritata pausa in compagnia della bottiglia di Valpollicella che ho messo nello zaino 🙂
Così dopo un po’ di freeride sui prati in discesa [per evitare la coltre di neve ghiacciata sul sentiero, nda] guadagniamo nuovamente la Bocchetta di Desio e la meritata pausa con vista sulla parete nord del Monte Resegone.
Tra qui e la macchina ci sono solo venti minuti di sentiero in discesa da fare. Quindi ce la prendiamo con calma e ci rilassiamo.

Le vibes sono ottime e quando arriviamo alla macchina per avviarci verso casa, la natura decide di regalarci un tramonto mitico su Lecco e i laghi
Oggi abbiamo lasciato un conto aperto con il Monte Due Mani, ma con il ghiaccio in cresta (e noi non eravamo attrezzati per superarlo) non ce la siamo sentita di rischiare per niente.
Alla fine, il Monte Due Mani è li a due passi da casa e, a neve sciolta, torneremo con lo scopo di raggiungere il Bivacco G.E.F.O. Olginate, magari partendo dal Culmine di San Pietro la prossima volta 🙂
Sfoglia la galleria fotografica completa sulla pagina Facebook di Agenda Degli Appunti. Clicca qui —> Trekking al Monte Due Mani

Una bella gita e non rischiare lo scivolone è un modo per tornare giù col sorriso.
In questo periodo non l’ho mai fatto ma in passato sono salito via Ferrata omonima più la cresta finale. Divertente ma l’ultimo torrione (Torrione della Discordia)…l’ho lasciato lì da fare; non me la sentivo, solo soletto. Il bello di quella ferrata è che c’è sempre il sentierino di bypass.
Bravi😜
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Ho letto della via ferrata su un sito web. La guida del touring non la riporta. È tosta da fare?
Misà che finirà che dovremo iscriverci a qualche corso cai di introduzione all’alpinismo 🙂
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Se il sito è http://www.vieferrate.it è il migliore. Quella ferrata a mio avviso è di difficoltà media eccetto la 13a torre. Sicuramente il CAI o un amico esperto può essere un ottimo iniziare. Ciao!
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Nn ricordo bene, ma ci darò un’occhiata. Grazie mille 🙂
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Oggi nella giornata sulla neve qui tra le “mie montagne”. Domani se riesco pubblico due righe
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Intendi nel reatino? Aspetto il report😊
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Yep, sono a casa a Rieti e venerdì torno a nord 🙂
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