Per permettere a Claudia di provare la nuova attrezzatura invernale non potevamo chiedere di meglio: una coltre immacolata di neve bianca sul sentiero che collega il Passo Culmine di San Pietro con i Piani di Artavaggio 🙂
Anche se, nel momento in cui ho scelto di percorrere il sentiero 21 invernale che collega il Passo Culmine di San Pietro con i Piani di Artavaggio non me lo aspettavo minimamente, anzi…
Ma come consuetudine vuole, ogni volta che decidiamo di fare un’escursione facile facile, la stessa si trasforma in una epica avventura [o avventura epica che dir si voglia, nda].
Dal Passo Culmine di San Pietro ai Piani di Artavaggio lungo il sentiero 21 invernale
Tempo fa, quando mi stavo organizzando per fare una ciaspolata al Rifugio Cazzaniga-Merlini dai Piani di Artavaggio, avevo trovato vari post sul web che parlavano di questa variante che collega il Passo Culmine di San Pietro ai Piani di Artavaggio.
E così, nel momento in cui si è presentata l’occasione, ne ho approfittato reputandola l’escursione adatta per consentire a Claudia di prendere confidenza e “sformare” un po’ i nuovi scarponi Salomon.
E poi:
- Claudia di tornare all’Alpe del Vicerè per provare gli scarponi lungo il giro ad anello sul Monte Bollettone non ne voleva sapere;
- io di portarla in Grigna con gli scarponi nuovi ed il rischio valanghe molto alto non ne volevo sapere;
- entrambe volevamo mettere dislivello e ore di marcia sulle gambe con lo scopo di prepararci all’ascesa invernale al Rifugio Brioschi!
Tre sono le possibilità per raggiungere i Piani di Artavaggio dal Passo Culmine di San Pietro
- La strada Agro Silvo Pastorale Penscei-Maesimo, ben visibile lungo la strada che da Moggio sale al Passo Culmine di San Pietro. La vedrete sulla vostra sinistra a ridosso di una casa di montagna in pietra e c’è una sbarra di ferro proprio all’inizio. Impossibile sbagliare 😉
- il sentiero 21 estivo, con partenza dalla chiesetta del Passo Culmine di San Pietro e che, a detta del proprietario del ristorante adiacente, “non si vedono i bolli rossi sui sassi in estate, figuriamoci con tutta questa neve. Perdereste facilmente la via“…
- il sentiero 21 invernale che, dopo aver attraversato un piccolo gruppo di case, sale dapprima dolcemente lungo la costa della montagna attraverso un sentiero immerso in un bellissimo bosco di faggi e conifere per “impennarsi” di colpo inerpicandosi attraverso dei pascoli estivi fino a raggiungere una malga di montagna e ricongiungersi con la carrabile di cui al primo punto.
E così la nostra scelta, come abbiamo già detto, è ricaduta sul sentiero 21 invernale.
Anche perchè, sulla carta, l’itinerario lungo il sentiero 21 ci avrebbe consentito di raggiungere più agevolmente e in meno tempo i rifugi in quota [Cazzaniga, Nicola, Sassi Castelli, Casari e Baita della Luna, nda], oltre a farci godere di un panorama decisamente migliore e a risparmiarci anche qualche centinaio di metri di dislivello rispetto alla strada agro silvo pastorale.

Mai e poi mi sarei aspettato di dover aprire, prima o poi, la via lungo un sentiero innevato da una coltre di neve immacolata alta più di un metro
Quando siamo partiti dal Passo Culmine di San Pietro, a terra c’erano meno di dieci centimetri di neve dura e, una volta passate le case di montagna lungo il percorso, guadagnato il sentiero nel bosco la neve era praticamente sparita dalla traccia.
Immersi in un magnifico bosco di faggi misto a conifere lungo un bel sentiero che si sviluppa lungo il fianco della montagna in modo abbastanza graduale, ci stavamo godendo la nostra escursione in montagna alla grande.
Ritmo buono, gambe agili, giornata decisamente bella e morale… alto, molto alto 🙂
Mentre saliamo, già mi vedo in discesa in compagnia della mia Charlene in una splendente giornata di inizio estate.

(nelle vicinanze della Casera Maesimo, all’uscita del sentiero 21 invernale che sale dal Culmine di San Pietro)
Segnalato con frecce metalliche e bolli rossi su sassi e alberi, il sentiero 21 invernale che sale ai Piani di Artavaggio dal Passo Culmine di San Pietro non ci ha creato grossi “grattacapi”
O almeno, non ce li ha creati fino a che, usciti dal bosco, la neve è tornata a comparire piano piano, sempre più abbondante e noi… noi abbiamo cominciato a “perdere” la traccia del sentiero.
Abbiamo così iniziato a farci strada tra la neve seguendo le tracce di altri escursionisti passati prima di noi e, quando erano visibili, i bolli rossi sui sassi e sugli alberi.
Seguendo le tracce di chi era passato prima di noi, siamo anche finiti un paio di volte sulla strada sbagliata e, tornati sui nostri passi, abbiamo faticato non poco a trovare quella giusta.
Ma aguzzando la vista qua e là per cercare i segnavia sui sassi e sugli alberi, piano piano abbiamo raggiunto una vasta radura con un grosso faggio, alla fine di uno strappo in salita.
È qui che le tracce dei nostri predecessori si interrompono. Laddove probabilmente molti, stanchi di girare a vuoto, sono tornati indietro.
Ma noi non ci siamo persi d’animo e così, calzate le ghette, ci siamo avventurati in mezzo a quella coltre immacolata di neve davanti a noi… alta più di un metro!

Avanzando a piccoli passi e sprofondando fino all’inguine, ci siamo fatti strada aiutandoci anche con i bastoncini da trekking fino a raggiungere, con non poca fatica, quella che in assenza di neve è un’area picnic attrezzata con tavoli e panche di legno
Raggiungiamo la cima di uno scollinamento e, dopo aver ripreso un po’ di fiato, dirigiamo verso la casera alla nostra destra e poco sopra di noi.
Mentre mi alzo, davanti a noi i cartelli che indicano (in direzione di dove siamo arrivati) il sentiero 21 estivo che torna al Passo Culmine di San Pietro
“Qualcosa non deve essere andato nel verso giusto lungo il percorso” dico a Claudia “credo proprio che ci tornerò quest’estate per capire bene come si sviluppa questa traccia“.
Mentre camminiamo e parliamo, davanti a noi inizia ad aprirsi una vista magnifica fatta di montagne innevate ovunque.
Sotto di noi, alla nostra sinistra, ecco comparire la strada agro silvo pastorale che sale dalla strada a ridosso della baita in pietra lungo la Provinciale. Sarà la nostra traccia per il ritorno.
Stanchi ed affamati, raccogliamo le ultime energie e raggiungiamo il Rifugio Casari ai Piani di Artavaggio
Sono le 15:00 circa e, entrando nel rifugio, chiediamo se è ancora possibile mangiare un boccone.
Una volta ricevuto l’ok dalla cucina ci accomodiamo in un tavolo insieme al nostro amico Cinghiale da Norcia per rifocillarci a base di pizzoccheri, stinco di maiale, vino, birra, dolce, caffè e… pane a volontà!

(Rifugio Casari, Piani di Artavaggio)
Una volta recuperate le forze, con passo lento ma deciso ci rimettiamo in marcia verso valle lungo la strada carrabile che ci riporterà al Passo Culmine di San Pietro [ovvero a circa un km di distanza dallo stesso, nda].
La stanchezza muscolare, accumulata per superare il tratto di neve alta, inizia a farsi sentire, specie nel primo tratto in falsopiano allontanandoci dai Piani di Artavaggio. Ma la vista sulle montagne ce la fa dimenticare presto e lungo la strada ci fermiamo a scattare qualche foto.
Lungo tutta la discesa siamo immersi in una coltre di neve morbida, in completa solitudine. Ce ne stiamo in silenzio e ci godiamo quei momenti, consci che non li ritroveremo così facilmente.

Stanchi della monotonia della strada carrabile, ce ne andiamo in freeride tra gli alberi, di modo da “tagliare” un po’ il percorso, diventato nel frattempo veramente palloso e privo di ogni spunto che potesse distogliere la testa dal pensiero della stanchezza accumulata.
Lungo la via incontriamo diversi sci-aplinisti che salgono ai Piani di Artavaggio in notturna. Dormiranno in quota e la mattina dopo chissà da dove scenderanno con i loro sci.
Arrivati in fondo alla carrabile svoltiamo a sinistra e prendiamo verso monte per raggiungere nuovamente il Passo Culmine di San Pietro e recuperare la macchina.
Mentre camminiamo, alla nostra destra il sole tramonta. Davanti a lui si stagliano le sagome del Resegone, del Monte Due Mani e delle due Grigne.

Percorriamo in totale silenzio il chilometro che ci separa dalla macchina, godendoci il paesaggio, innamorandoci di cotanta solitudine e centellinando le ultime energie rimaste.
Quando arriviamo alla macchina i bar in loco sono già tutti chiusi. “Nemmeno il tempo per una birretta ci hanno dato Dietta!!!” esclamo rivolgendomi a Claudia.
Ci togliamo gli scarponi, calziamo le scarpe asciutte, un po’ di stretching, saliamo in macchina e iniziamo a dirigere verso casa.
Abbiamo percorso qualche centinaio di metri, quando una lepre attraversa la strada e si ferma ad osservarci. Ci sorride e scappa via in mezzo alla neve.
Che esperienza, che avventura che abbiamo vissuto alla nostra escursione ai Piani di Artavaggio dal Passo Culmine di San Pietro
E adesso che sto finendo di scrivere il post e mi ritornare in mente tutto, le emozioni provate a fine giornata tornano a scorrere nelle mie vene e mi sento formicolare ovunque 🙂
“A bocce ferme”, come si dice, credo inoltre che questa escursione ai Piani di Artavaggio ci abbia aiutato ad allenare tantissimo la testa e a preparare nel migliore dei modi la nostra ascesa invernale al Rifugio Brioschi in vetta alla Grigna Settentrionale.
A proposito: quest’estate sono tornato sul “luogo del delitto” per battere la traccia senza neve e… sono riuscito a perderla anche in quella occasione, ma a causa dell’erba alta. Ve ne parlerò sicuramente in un altro post 😉
Una volta a casa, grazie a trailforks.com, sono riuscito a sistemare per bene la traccia dell’escursione dal Passo Culmine di San Pietro ai Piani di Artavaggio attraverso il sentiero 21 invernale
Potete scaricarla cliccando sul pulsante qui in basso
Di seguito il link ai sentieri e ai punti di interesse che riguardano questa escursione e che trovate su Trailforks.com
Cliccando QUI potrete vedere la traccia dell’escursione direttamente su Trailforks.com e farvi anche un’idea sulla mappa consultando curve di livello, punti d’interesse, prese d’acqua, varianti, parcheggi e così via.
In chiusura, ecco qualche dato in più sull’escursione che potrebbe interessarvi:
- Distanza percorsa, 7.1 km circa (solo il sentiero di andata)
- Dislivello guadagnato (D+), 612 metri (ogni dispositivo/app dice la sua al riguardo)
- Quota massima, 1641 metri s.l.m. (Piani di Artavaggio)
Se proverete questa escursione, magari lasciatemi un commento sotto l’articolo, giusto per sapere se vi è piaciuta la proposta

Bel post. Grazie. Stavo cercando in realtà informazioni sulla strada sterrata ed innevata che porta da poco prima del passo ai piani di Artavaggio per farla con gli sci da escursionismo.
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Ciao Claudio, grazie mille 🙂 credo che in fondo al post ci siano tutti i link alle tracce che interessano i sentieri dell’escursione e delle quali scaricare da Trailforks il gpx.
Comunque eccola qua https://www.trailforks.com/trails/strada-asp-penscei-maesimo/ 😉
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