Dopo aver “conquistato” l’obbiettivo a noi “più caro” [ovvero la Via Direttissima della Grigna Meridionale, nda] eccoci di nuovo in vetta: il Monte Legnone è nostro!
L’ascesa alla vetta del Monte Legnone l’avevo messa sulla nostra bucket list già qualche tempo fa; forse ancora prima che, in vetta alla Grigna Settentrionale, un ragazzo indiano ce ne parlasse estasiato.
Ma vuoi perchè da Milano sono quasi due ore di macchina o perchè non ci eravamo mai decisi ad affrontarne il dislivello, avevamo rimandato l’ascesa al Monte Legnone più volte.

Con i suoi 2610 metri che si elevano dal livello del mare, il Monte Legnone è la cima più alta della provincia di Lecco nonché l’ultimo vero baluardo della Alpi Orobie
Claudia: ‘More, che facciamo domani?
Io: Boh, pensavo tipo ad una ferratina, tipo la gamma 1 al Resegone. Come la vedi?
Claudia: perchè invece non mettiamo un po’ di dislivello sulle gambe e andiamo sul Legnone?
E secondo voi potevo glissare un’offerta del genere, servita poi su un piatto d’argento? Cioè, Claudia che mi chiede di andare a fare dislivello e io dico di no? Non sia mai…
Era quindi il sabato giusto… era quindi il sabato del Monte Legnone!
Raccolte un po’ di informazioni di base prima di partire (tanto per non rischiare di finire su qualche traccia molto al di sopra delle nostre capacità sia atletiche che tecniche), usciti di casa abbiamo diretto Mafalda [la Fiat 500 di Claudia, nda] verso il Rifugio Roccoli Lorla dove è iniziata la nostra avventura.
Di bella forma piramidale con linee regolari, il Monte Legnone rappresenta il poderoso pilastro d’angolo tra il bacino del Lago di Como e la Valtellina, separando quest’ultima dalla Valvarrone, solco vallivo adiacente alla Valsassina.
Fonte Wikipedia

Lasciato il parcheggio poco sotto il rifugio alle nostre spalle, inizia così la nostra ascesa al Monte Legnone (circa 1200 metri di dislivello per 3 ore di percorrenza), in leggera salita e attraverso dei bellissimi boschi di conifere, fino ad attraversare casere ed alpeggi come la Casera Merie de Scim e l’Alpe Agogno, raggiungendo così molto agevolmente quota 1750 metri s.l.m..

Superata l’Alpe Agogno, con un po’ di fatica risaliamo un lungo e irto pendio erboso fino alla Porta dei Merli (quota 2107 metri s.l.m.) dalla quale, attraverso una traversata in buona parte pianeggiante, raggiungiamo il piccolo Bivacco Silvestri, posto alla base della cresta occidentale del Monte Legnone.

Dopo aver scaricato un po’ di legni secchi raccolti lungo la strada all’interno del bivacco, riprendiamo il nostro cammino verso la vetta
Superato il bivacco, affrontiamo gli ultimi 450 metri circa che ci separano dalla vetta con passo lento ma deciso.
Qualche facile roccetta e i passaggi attrezzati con corde e catene ci aiutano a spezzare il fiato e a distrarre la testa dal pensiero che la vetta sembra non arrivare mai, complice anche il vento che, salendo dal versante ovest, ce l’ha celata per tutto il tragitto.

Ma è stato proprio in prossimità dell’antevetta (laddove la cresta nord e la cresta ovest si congiungono) che, grazie ad una folata di vento che ha spazzato via le nuvole per qualche minuto, siamo riusciti ad ammirare la vetta del Legnone prima di raccogliere le ultime forze ed affrontare l’ultimo tratto, attrezzato con catene, per raggiungerla.


Complice anche quella che credo essere una bella pubalgia rimediata, vai a sapere come, intorno alla metà di luglio, l’ascesa al Monte Legnone non è stata proprio una passeggiata, anzi… la vetta sembrava non arrivare mai!
Una bella faticaccia l’ascesa la Monte Legnone, ma ne è valsa la pena
Finora non c’eravamo mai avventurati così in alto e, a dirla tutta, non avevamo mai trovato così tanta bellezza.
La discesa ce la siamo goduta tutta d’un sorso, nel silenzio e nella solitudine più totali.
Come non mai, alla fine eravamo letteralmente “alone in the dark” su una delle montagne più belle che fino ad ora ci è capitato di visitare: il Monte Legnone.

