Prima di passare a raccontarvi della nostra avventura estiva al rifugio Benigni, della nostra avventura lungo il canalone Porta sulla Grigna Meridionale e magari [e finalmente, nda] anche della nostra ascesa invernale completa al Monte Due Mani, volevo raccontarvi della nostra recente avventura lungo l’anello dei laghi di Valgoglio in Val Seriana.
In primis, mi “preme” farlo in quanto è un’escursione, l’anello dei Laghi di Valgoglio, che avevamo in programma già da molto tempo ma che per un motivo o per un altro non avevamo mai concretizzato.
In secondo luogo, mi “preme” farlo in quanto, a distanza di pochi giorni dal nostro capodanno in quota al rifugio Benigni, anche sull’anello dei Laghi di Valgoglio alla fine siamo riusciti ad uscire nuovamente da quella che moltissimi definiscono “comfort zone“… ma ve lo racconterò strada facendo.

La nostra escursione invernale lungo l’anello dei laghi di Valgoglio
L’escursione ai laghi di Valgoglio è un’escursione che avevo segnato nella nostra bucket list già da un po’ di tempo, associandola magari al pernotto al rifugio Lago Nero.
Ma, purtroppo, in estate non siamo mai riusciti ad organizzarci e, visto che eravamo ancora alla ricerca di località innevate, a metà gennaio abbiamo deciso di concretizzare. E abbiamo fatto bene.
Dopo esserci accertati che l’anello dei laghi di Valgoglio fosse alla nostra portata, ci siamo preparati, abbiamo messo i ramponi [e la lampada frontale che non si sa mai, nda] nello zaino, gli scarponi in macchina e siamo partiti alla volta del Ristoro 5 laghi in località Bortolotti di Valgoglio da dove è partita la nostra escursione.
Prima di arrivare a Valgoglio, sosta rifornimenti [panino e vino, nda] lungo la strada al Carrefour di Ponte Nossa, un riferimento ormai per le nostre escursioni in Val Seriana.
Arrivati in località Bortolotti di Valgoglio, parcheggiamo la macchina nel grande parcheggio che si trova alla fine della strada e ad un centinaio di metri dal Ristoro 5 Laghi e da qui, seguendo il segnavia 228, ci inoltriamo nel bosco.
Il parcheggio è molto ampio, dotato anche di tavoli con panche e griglie e, sinceramente, molto più comodo rispetto a quello posto un più a valle e che si trova di fronte al Ristoro 5 Laghi in quanto da la possibilità di prendere subito il sentiero e iniziare a spezzare il fiato.

Il meteo non è dei migliori, ma la temperatura è ottima e, soprattutto, lo scenario che ci si para davanti fin da subito… è da lasciare senza fiato
Seguendo i bolli bianchi e rossi su alberi, asfalto e rocce e dopo aver fiancheggiando una condotta forzata che raggiunge la centrale dell’Enel a valle, superato un piccolo gruppo di case entriamo in un fitto bosco di conifere misto ad alberi ad alto fusto.
Camminiamo piacevolmente nel bosco in totale silenzio e, sempre seguendo le varie indicazioni che troviamo, raggiungiamo in quaranta minuti circa una carrozzabile proveniente da Sant’Antonio di Valgoglio (quota 1475 c/a).

Svoltiamo a sinistra e, superata una fontana in legno con un originale “ugello” in acciaio lucido, raggiungiamo un cartello con le indicazioni del CAI che ci dicono di abbandonare la carrozzabile e, con maggiore pendenza, risalire una bastionata rocciosa al culmine della quale di trova una conca con delle costruzioni che ospitano i guardiani delle dighe.

Dopo aver fatto una visitina all’imponente diga del Succotto (1 ora e 20 minuti, quota 1850), attraversandola tutta, svoltiamo a sinistra e risaliamo il sentiero che, prendendo velocemente quota, ci permette di osservare dall’alto i primi due laghetti: il Lago Resentino e, molto in piccolo e quasi ridotto ad una pozza, lo stagno Molta.
Se non fosse stato per Claudia, non avrei creduto che le due “pozze” facessero parte dell’anello dei laghi di Valgoglio
Proseguiamo in ripida salita e, stando molto attenti a dove mettiamo i piedi [c’è molto ghiaccio a terra, nda], dopo aver lasciato alla nostra sinistra la capanna Giulia Maria, proseguiamo lungo il sentiero innevato e pianeggiante che ci conduce, fiancheggiando il Lago Canali, alla Capanna Lago Nero.

Dopo una breve sosta e quattro chiacchiere con due simpaticissime signore che gestiscono il posto, ripromettendoci di tornare in questo luogo veramente incantato ripartiamo e, dopo aver superato un piccolo ponte in ferro, affrontiamo un breve tratto ripido e ghiacciato che adduce alla conca del bacino del lago Nero (quota 2000).

Scattiamo qualche foto a tanta magnificenza dell’edilizia e, fiancheggiando il grande bacino, con passo deciso ci incamminiamo nella neve fino a raggiungere il Lago d’Aviasco (quota 2064, 2 ore e 10 minuti di cammino).
A metà della nostra escursione all’anello dei laghi di Valgoglio, la meritata sosta “vino e panino”!
Il vento adesso è molto forte così ci ripariamo dietro una “casetta” dell’Enel, apriamo il vino e mangiamo un panino per riscaldarci un po’ prima di riprendere il cammino.
Dopo qualche foto con il nostro amico @cinghialedanorcia riprendiamo il cammino. Il sole inizia a scendere e noi abbiamo ancora un po’ di strada da fare prima di tornare alla macchina.
Ora il giro ad anello dei laghi di Valgolgio prosegue sostanzialmente in discesa
Attraversata la diga del bacino del Lago d’Aviasco, seguendo il segnavia CAI 229, dopo un breve tratto pianeggiante giungiamo ad una una zona rocciosa scoscesa, ghiacciata e parzialmente attrezzata con catene.
Calzare i ramponi a questo punto è d’obbligo se vogliamo procedere in sicurezza, e così ci fermiamo nuovamente prima di affrontarla.
Dopo aver calzato quindi i ramponi, in breve tempo raggiungiamo un piccolo pianoro, attraversiamo un torrente ghiacciato [fortuna che avevo pensato a mettere i ramponi nello zaino, nda] e, dopo una breve e moderata salita, raggiungiamo il Lago Campelli Alto, completamente ghiacciato e “asciugato” in questo periodo dell’anno.
Poco oltre, mentre perdiamo ulteriormente quota e raggiungiamo il Lago Campelli Basso, Claudia mi fà “caspita, mi stavo dimenticando… c’è una sorpresina per te in questa tasca qua“.
Mi porge un foglietto piegato per benino e, aprendolo, scopro che la pazzerella ha acquistato i biglietti per il nostro prossimo viaggio di agosto.
Il biglietto dice che con me andrebbe in campo al Mondo 🙂 Dove? Per adesso vi dico solo che voleremo in Sud America, il resto lo scoprirete a tempo debito 😉
Superato il lago Campelli basso e raggiunta una balconata rocciosa, davanti a noi si apre un panorama incredibile sulla Presolana

Sotto di noi, di nuovo, il lago Succotto.
Proseguiamo lungo un breve tratto attrezzato [al quale occorrerebbe una corda/catena nuova, nda] e “infilata” una stupenda scaletta ricavata nella roccia, perdiamo velocemente quota fino a raggiungere il lago Cernello e l’omonima baita gestita dal Cai di Alzano Lombardo (quota 1950, circa tre ore di cammino).

Qui, dopo qualche indecisione sulla strada da prendere (i bolli bianchi e rossi non si vedono e i cartelli sono “ambigui”), seguendo l’intuizione di Claudia, prendiamo a destra lungo il sentiero in costa.
In poco tempo raggiungiamo nuovamente il lago Succotto dove ricongiungiamo il nostro giro ad anello dei laghi di Valgoglio, tornando sulla strada dalla quale eravamo arrivati un’oretta e mezza prima.

Il sole inizia a scendere e a cedere spazio al buio quando raggiungiamo nuovamente le case dei guardiani delle dighe dei laghi di Valgoglio
Al loro interno vediamo delle luci e delle persone… un po’ li invidio! Lavorano immersi in un posto veramente spettacolare e, se pur l’intervento umano ne abbia modificato l’aspetto per lo sfruttamento idroelettrico, con un grande fascino naturale.
Il vento soffia veramente forte adesso e, mentre tolgo lo zaino dalle spalle per tirare fuori le torce frontali, serro bene la giacca Patagonia presa usata al temporary store e proveniente dal programma Worn Wear dell’azienda stessa.
Rimessi gli zaini in testa, frontali in testa riprendiamo il cammino facendo molta attenzione dove mettiamo i piedi e illuminando bene con la lampada Decathlon che fa ottimamente il suo lavoro. Minima spesa, massima resa 🙂
Mentre scendiamo la lunga bastionata rocciosa, prima di raggiungere la carrozzabile, il buio comincia ad avvolgerci completamente
Alzo la testa, spengo la lampada per un momento e mi godo la stellata e la luna luminosissima sopra di noi.

I bolli bianchi e rossi sugli alberi sono ben visibili da oltre 10 metri grazie alla luce frontale e al fatto che siano stati “piazzati” in modo che possano essere ben visibili e distinti in entrambe i sensi di marcia.
E così arriviamo alla macchina abbastanza agevolmente… se non fosse che ad un certo punto perdiamo la traccia perchè proprio i bolli di cui sopra sono molto più distanti rispetto alla massima illuminazione delle nostre lampade frontali a basso costo della Decathlon.
Ma come dice la scritta sotto al mio ginocchio “in arduis servare mentem” e così, dopo aver convinto Claudia che la direzione giusta era quella che indicavo io [avevo riconosciuto il piccolo canale dove ci stavamo infilando, nda], troviamo la giusta via e arriviamo alla macchina “sani, salvi, soddisfati e anche sfatti” 🙂
Con molta probabilità torneremo ancora sull’anello dei laghi di Valgoglio in quanto vogliamo fermarci a pernottare al rifugio lago Nero, per salire al passo di Aviasco o al monte Pradella o magari fare una traversata in quota, per esempio fino al rifugio laghi Gemelli o al rifugio Calvi… staremo a vedere 🙂
Nota a margine:
In invernale mi sento di consigliarvi di fare il percorso dell’anello dei laghi di Valgoglio in senso antiorario in quanto, in presenza di molto ghiaccio e neve, la “scalinata” ricavata nella roccia potrebbe risultare un po’ problematica in discesa ai meno pratic. Idem per il tratto scosceso e attrezzato con catene che si trova subito dopo il lago di Aviasco.
Probabilmente è per questo che abbiamo incontrato molti più escursionisti in senso opposto al nostro, e quindi in senso antiorario. Ma questo non c’era scritto sul sito web dal quale ho preso “spunto” per la nostra escursione invernale anello dei laghi di Valgoglio.
E visto che siete stati bravi ad arrivare fino in fondo al post… QUI potete scaricare la traccia .gpx della nostra escursione invernale anello dei laghi di Valgoglio 🙂

Però adesso sono curiosa, non farmi aspettare fino ad agosto per sapere dove andrete, eh! Deve essere stata una bellissima escursione, bravi ragazzi ❤
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Ehhhhhhh me parleremo più avanti, non appena abbiamo qualche altro conferma o meno di partner che vorranno supportarci nel viaggio. Per adesso siamo a due 🙂
Piuttosto, dovrei darmi una “disciulata” scrivendo qualcosa sulla Cambogia… ma non trovo ancora le parole giuste per farlo 🙂
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Decisamente una bella escursione, si. Quest’estate ci torniamo sicuramente per vedere come sarà cambiato il paesaggio e, soprattutto, per una notte alla capanna lago nero 🙂
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