Pedala sereno, pensa dopo
Se c’è una cosa che ho imparato in questi anni da commuter e appassionato di MTB, gravel e bicicletta in generale, è che non c’è niente di peggio che dover interrompere un’uscita per una foratura evitabile.
E per “evitabile” intendo quel genere di pizzicata o impatto secco sul cerchio che, con un po’ di protezione in più, non sarebbe mai capitata. Ecco dove entrano in gioco gli inserti tubeless.
Un anno fa circa, grazie alla collaborazione con Tannus Europa, ho ricevuto due nuovi inserti per il test:
- Tannus Tubeless Pro (per la ruota anteriore)
- Tannus Tubeless Fusion (per la ruota posteriore)
Insieme al liquido sigillante Tannus, fornito in abbondanza per due ruote e qualche rabbocco futuro, ho dato inizio a un test lungo 700 km su percorsi misti, tecnici, rocciosi e anche un po’ selvaggi.
Ma la vera notizia è questa: non ho mai forato, e non perché abbia pedalato in ambienti “facili”. Anzi.
Dalle pendici del Terminillo alla Valle Olona infestata di rovi, passando per la riserva naturale dei Laghi Lungo e Ripasottile e i sentieri più tecnici del Campo dei Fiori, ho testato tutto, dalla scorrevolezza in pianura alla protezione nelle discese scomposte. E spoiler: Tannus ha vinto su tutta la linea.
Ah: se sei amante delle discipline più “tirate” come cross country, gravel, ciclocross o ciclismo su strada, sappi che Tannus propone anche l’inserto Lite che, accoppiato al Pro, costituisce proprio il Tannus Fusion (qui il link diretto).
Spoiler: in caso di pneumatico completamente sgonfio, con gli inserti Tannus riesci comunque a tornare a casa. Parola mia, ma ve lo avevo già detto in occasione del Test inserto Tannus Armour Tubeless (2023).
Montaggio: una lotta a quattro mani (e una Krabber)
Montare gli inserti Tannus non è un lavoro per deboli di cuore (o di avambraccio).
Per fortuna per il montaggio degli inserti Tannus mi sono affidato all’aiuto di Sgagnamanuber e, ancora più fortunatamente, avevo a portata di mano la mitica pinza Krabber, già recensita sul blog da Fabio (qui l’articolo).
La ruota anteriore, equipaggiata con il Pro, è stata più semplice da trattare, grazie al peso contenuto e alla struttura meno voluminosa. Il Fusion al posteriore, invece, è stato davvero tosto: combinando il Pro con il Lite, lo spessore dell’inserto e la rigidità dell’o pneumatico sono tali da richiedere… diciamo una certa dose di pazienza e forza bruta (e anche un calendario ben fornito).

Senza la Krabber, sinceramente, non so come avremmo fatto.
Tip meccanico: se hai intenzione di montare da solo un inserto simile, attrezzati bene e armati di tempo. Oppure portati l’amico di turno che non ha niente da fare e… birrette in pegno.
Sigillati gli pneumatici comunque, il montaggio è durato un anno: un solo rabbocco di lattice Tannus, nessun segno di disfacimento, gomme sempre in pressione. E alla riapertura dello pneumatico, un anno dopo, l’inserto era ancora perfetto, all’interno c’era ancora un po’ di lattice a spasso e qualche grumo (ci mancherebbe altro che non ci fosse stato) di lattice facilmente asportabile con uno strappo di carta da officina. sulla carcassa dello pneumatico, nemmeno l’apparenza di lattice essiccato.
Il test su campo: quando il fondo si fa duro…
Terni – Rieti via Riserva dei Laghi Lungo e Ripasottile
Era una di quelle giornate lunghe e calde, da pedalate lente e carico da bikepacking: zero fretta.
All’interno della Riserva dei Laghi Lungo e Ripasottile in provincia di Rieti, uno sterrato scorrevole caratterizzato da tratti scassati, ghiaia fine e gran polvere, ho volutamente abbassato la pressione per guadagnare comfort e grip.
Il risultato? Anteriore incollato al suolo. Nessuna deriva, nessun accenno a “sbrodolamenti” laterali nelle curve strette. Il Tannus Pro ha lavorato come un cuscinetto intelligente: ammortizza dove serve, non si sente dove non deve.
Il Fusion posteriore? Solido, silenzioso, ma un po’ presente nei rilanci: si fa sentire nei cambi repentini di ritmo, specialmente sulla mia Cannondale Neo S1, una e-bike non esattamente leggera.
Ma… ci torniamo dopo.
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Alle pendici del Terminillo: scarpe giuste e fondo bastardo
Qui ho abbinato il test degli inserti anche a quello delle scarpe Fizik Terra Ergolace GTX. Un mix letale (in senso buono): radici viscide, curve cieche, sassi mobili, tutto il repertorio delle discese da tenere d’occhio a ogni colpo di pedale.
Sia sulle tracce che circondano il Santuario de La Foresta a Castelfranco che sulle tracce che sormontano Santa Rufina e Cittaducale, il Fusion al posteriore si è dimostrato un grande alleato: in condizioni normali, avrei pizzicato almeno due volte. Invece niente, solo silenzio e trazione continua.
L’anteriore è rimasto reattivo e preciso, anche nei tratti più caotici caratterizzati da passaggi su roccia in salita: sospensione e inserto lavoravano in sinergia. Una bella sensazione.
Sui sentieri della Valle Olona, tra spine di acacia e battaglie con i rovi
Chi conosce i sentieri della Valle Olona sa che sono un campo minato: rovi, acacie, sassi e rami di ogni genere nascosti sotto le foglie; insidie ovunque.
Risultato? Non solo nessuna foratura, ma nemmeno un taglio visibile sullo pneumatico. Tra i tanti, ho affrontato un trail che, da solo, è un test anti-Tubeless.
E invece, serenità totale.
Parco Naturale Regionale del Campo dei Fiori e del Monte Martica: dal Forte di Orino a Gavirate
Con l’occasione della riapertura del sentiero 17, per chiudere il test degli inserti Tannus Tubeless ho organizzato un bel “millino” di dislivello negativo: curve scassate, rocce esposte, passaggi in contropendenza, radici bagnate, rocce come saponette e fondo argilloso sul finale… che solo in Vietnam.
È stato uno di quei momenti in cui sei grato di avere il supporto tecnico giusto sotto di te.
Con il Tannus Fusion ho potuto abbassare la pressione al posteriore fino a 0.75 bar e sono sceso con la tranquillità mentale di sapere che il cerchio era protetto.
Il risultato è stato un mix tra comfort, sicurezza e quel pizzico di libertà in più che ti fa spingere quel 10% oltre il tuo solito limite.
Ma come funzionano (davvero) gli inserti Tannus?
Gli inserti Tannus sono realizzati in Aither foamed polymer, una schiuma a cellule chiuse che non assorbe lattice né acqua e che mantiene elasticità e forma anche dopo migliaia di compressioni. Una volta infilato tra copertura e cerchio l’inserto crea due camere d’aria distinte:
- Camera esterna (fra copertura e terreno) – più voluminosa, resta libera di comprimersi; qui regoli la pressione in base al terreno e ottieni grip, comfort e “tassello che morde” anche sotto 1 bar.
- Camera interna (fra inserto e cerchio) – più piccola, funge da cuscino permanente: assorbe gli impatti, impedisce le pizzicate e sostiene lo pneumatico se resti completamente a terra.
Il profilo dell’inserto è scavato al centro:
- Canale valvola → il foro rimane libero, perciò puoi usare qualsiasi valvola tubeless standard senza adattatori speciali.
- Fori di drenaggio → fanno circolare il lattice durante la rotazione, scongiurando “sacche secche” e mantenendo la sigillatura uniforme.


Nella pratica, quando prendi una pietra a ruota sgonfia l’impatto non va più diretto copertura‑cerchio, ma si scarica prima nell’Aither che si deforma, assorbe energia e torna in forma. È lo stesso motivo per cui puoi rientrare a casa “run‑flat”: la schiuma sorregge la spalla della gomma e il cerchio non tocca mai terra.
Pro, Lite e Fusion condividono questo principio ma con densità diverse:
- Lite → più leggero, pensato per pressioni medio‑alte e discipline veloci (gravel/XC).
- Pro → densità intermedia, bilancia peso e sostegno (all‑mountain/trail).
- Fusion → unisce Pro+Lite in un unico blocco: massimo assorbimento per e‑MTB, enduro e discesa tosta.
In breve: è una suola interna che trasforma la gomma in un mini “tubeless plus” a doppia camera, capace di proteggere il cerchio, evitare burping e farti pedalare anche bucato.
Conclusioni: non tornerei più indietro
Senza tanti giri di parole: gli inserti Tannus hanno superato ogni aspettativa.
Hanno migliorato comfort, aumentato la sicurezza, e soprattutto mi hanno dato la tranquillità mentale di poter pedalare ovunque, senza la paura di rimanere a piedi.
Gli inserti Tubeless Pro e Fusion sono un upgrade che vale davvero la pena. Prevengono lo stallonamento dello pneumatico, migliorano il comfort e le prestazioni di guida, proteggono il cerchio, consentono di tornare alla macchina/a casa anche con lo pneumatico tagliato o comunque completamente a terra.
E se vuoi qualcosa di più leggero, il Lite è un’ottima alternativa per percorsi meno aggressivi. Chissà, magari me lo faccio inviare per il test sulla gravel con l’arrivo dell’inverno.
E tu?
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Ci leggiamo al prossimo test. E nel dubbio, vai di inserto!
In breve, riepilogando per area dove si è svolto il test
| 📍 Zona | 🌍 Fondo | 🔍 Rendimento Tannus |
|---|---|---|
| Terni – Rieti | Sterrato, ghiaia, salite su asfalto | Grip ottimo all’anteriore, Fusion solido ma un po’ pesante |
| Santa Rufina e Castelfranco (RI) | Radici, trails tecnici, passaggi su roccia, fondo scassato | Massima protezione e tenuta, combo perfetta con scarpe Fizik |
| Valle Olona (VA) | Sentieri naturali, spine e rami | Nessuna foratura, trazione sicura |
| Campo dei Fiori (VA) | Trails tecnici con passaggi su roccia, radici e qualche “drop“ | Inserto determinante in discesa alle basse pressioni |
Pro & Contro degli inserti Tannus Tubeless Pro e Fusion e del sigillante Tannus
| ✅ PRO | ❌ CONTRO |
|---|---|
| Comfort anche a pressioni molto basse | Montaggio/smontaggio impegnativi (specialmente il Fusion) |
| Protezione eccellente in discesa anche su terreni rocciosi e molto scassati | Si avverte il peso al posteriore nei rilanci |
| Perfetti per chi vuole “serenità mentale” | Richiede attrezzatura specifica per smontaggio/montaggio |
| Prevenzione dello stallonamento | Alcuni modelli non adatti a coperture molto strette |
| Proprietà Run Flat | // |
| Sigillante Tannus duraturo, non si secca sulla carcassa dello pneumatico | // |
In chiusura, qualche link utile
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