Scrivere il post di apertura di un nuovo blog è sempre qualcosa di veramente poco semplice. Così come può esserlo registrare il video di apertura del nostro canale YouTube.
Per esempio, io è un mese che ho registrato questo blog [inizialmente su Blogspot di Google, adesso ospitato su WordPress, nda] ed è un mese che penso a cosa scrivere nel post di apertura.
Poi, settimana scorsa, mentre giravo di ufficio in ufficio per prepararmi alla imminente trasferta di lavoro dall’altro capo del mondo, ho avuto un lampo e ho deciso di cominciare a riempire questo calderone con un post che richiama al titolo di un libro che mio fratello mi regalò a Natale 2005 mentre mi trovavo in in Medio Oriente per la prima volta.
Un libro scritto da Ewan McGregor (attore in Guerre Stellari, per citare un film) che racconta del suo viaggio in moto da Londra a New York passando attraverso l’Alaska, in compagnia di un amico (attore anche lui).
Nel mezzo del loro viaggio, una miriade di altri paesi per raggiungere la meta. Long way round, appunto.
Durante questi ultimi anni molte cose si sono succedute, molti fatti sono accaduti, molte muove persone nuove vi sono entrate e, specie nell’ultimo anno, molte cose sono cambiate anche sotto l’aspetto professionale.
Tornato a lavorare nella località dove nel 1998 ho cominciato il mio cammino lontano dalle mie terre natie, mi sono sentito “di nuovo a casa”, dopo i quattro anni passati a Verona.
Qui ho ritrovato amici, affetti, luoghi conosciuti e, soprattutto, il gruppo con il quale condivido una smisurata passione per l’outdoor, la mountain bike e la promozione di sport e territorio.
Gli ultimi 2 mesi hanno però rivelato una serie di “sorprese”
Sorprese più o meno inaspettate, tra cui il mio ritorno in Medio Oriente.
Così ho pensato di ridare vita ad un blog sulla falsariga del defunto “freedom is not free“, aperto su MSN proprio in occasione della prima trasferta del 2005 e che oggi non è più utilizzabile.
Già ai tempi avevo trovato un “luogo” dove postare le mie idee, i pensieri in libertà, le storie di vita, gli sfoghi e le riflessioni. Il tutto, per mantenere un contatto con la realtà e, soprattutto, con la famiglia, gli amici e conoscenti [nel 2005 Facebook non era poi così diffuso in Italia, nda].
Il momento della partenza è sempre un momento “difficile”, soprattutto quando è già da qualche anno che sei fermo e ci sono affetti e passioni che è duro lasciare a casa mentre tu sei via per un lungo periodo
I pensieri che si rincorrono sono tanti, le cose da preparare anche, le carte e la burocrazia non ne parliamo e il tempo… è pochissimo e tiranno!!!
Change your life. Take your time. Take the long way
A distanza di 6 anni torno nel posto che mi ha “risvegliato”, mi ha cambiato e tanto, mi ha lasciato. Sia sotto il punto di vista delle esperienza fatte, che sotto il punto di vista umano.
In quel lontano 2005 gli indigeni che ho conosciuto e i paesaggi o i posti che ho visto o visitato mi hanno aperto un mondo e un’esistenza tutti nuovi. Ma, soprattutto, quei posti e quelle persone mi hanno portato a vivere e vedere la vita in modo completamento diverso.
Tornerò a cambiare modo di vivere e di lavorare per qualche mese. Bisognerà prendersi i propri momenti (per rilassare la mente, ma anche il fisico) e a volte si dovrà prendere la “via più lunga” per tornare a casa, sempre e comunque.
Perchè la via più corta è sempre la via con più imprevisti (le leggi di Murphy non sbagliano mai).
Solitamente, prima della partenza sono sempre stato bello attivo
La voglia di partire, di esplorare, di conoscere posti, gente nuova e poi tradizioni, usi e costumi locali. E, naturalmente, aggiungere qualcosa di importante e nuovo al mio bagaglio professionale.
Non si finisce mai di imparare nella vita, e accrescere le nostre esperienze e conoscenze ci aiuta a espandere la nostra mente e il nostro pensiero, così da poter vivere una vita migliore ma, soprattutto, per diventare delle persone migliori.
Ma questa volta no, questa volta non mi sento così “pronto a partire”
Saranno stati i tanti anni passati in Patria ad avermi arrugginito un po’.
Sarà stato questo primo anno di convivenza con la mia compagna, che un po’ mi ha fatto vivere la quotidianità della vita in famiglia (che magari non vivevo dai tempi della scuola).
Sarà stata l’associazione sportiva che presiedo e tutte le attività che organizziamo e che, per forza di cose, dovrò lasciare nelle (esperte) mani di altri dirigenti o soci.
Sarà quel che sarà ma questa volta, parto con uno spirito diverso
Certo, parto con la grande curiosità di vedere come si cambiato lo stesso luogo a distanza di 8 anni e cosa hanno fatto le persone del posto per migliorare il proprio paese e tornare alla libertà e alla “normalità”.
Ma dentro di me sento che farò una fatica enorme a staccarmi dalla routine.
Dentro di me una strana sensazione, che però ancora non sono riuscito a mettere bene a fuoco.
E non è angoscia. Non è irrequietezza. Non è eccitazione…
Ad maiora
Bello sapere che fai parte delle Forze Armate, un settore che molti trascurano, molti ignorano, pochi (spero) considerano male e vorrebbero abolire del tutto.
Io lo considero un incarico e un lavoro tra i più nobili.
Bravo Marco.✌️
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Diciamo che nn lo sponsorizzo troppo in giro, difatti molti credono che lavori nel mondo delle bike/sportivo 😂😂😂
Lo faccio trasparire meno possibile perché in questo periodo “è meglio così” ma questo vecchio post scritto prima della partenza per Kabul mi piaceva riproporlo soprattutto perché (in fondo) era legato alla prima partenza pre quelle lande desolate e martoriate che mi sono rimaste nel cuore e che spero un giorno di poter tornare a visitare da turista 🙂
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