The long way round

Scrivere il post di apertura di un nuovo blog non è sempre semplice. Per esempio, io è un mese che ho registrato questo blog su blogspot ed è un mese che penso a cosa scrivere nel post di apertura

Poi, settimana scorsa, mentre giravo di ufficio in ufficio per prepararmi alla partenza di inizio anno, ho avuto un lampo e ho deciso di cominciare a riempire questo calderone con un post che richiama al titolo di un libro che mio fratello mi regalò per Natale nel 2005 mentre mi trovavo in Afghanistan per la prima volta.

Un libro scritto da Ewan McGregor (attore in Guerre Stellari, per citare un film) che racconta del suo viaggio in moto da Londra a New York passando attraverso l’Alaska, in compagnia di un amico (attore anche lui).

Nel mezzo del loro viaggio, una miriade di altri paesi per raggiungere la meta. Long way round, appunto.

Durante questi ultimi anni molte cose si sono succedute nella mia vita, molti fatti sono accaduti, molte persone nuove vi sono entrate e, specie nell’ultimo anno, molte cose sono cambiate sotto il profilo professionale.

Tornato a svolgere servizio nella località dove nel 1998 ho cominciato il mio cammino nelle Forze Armate [dopo i corsi di formazione di base, nda] mi sono sentito di nuovo a casa dopo i quattro anni passati a Verona. Qui ho ritrovato amici, affetti, luoghi conosciuti e il gruppo con il quale condivido una smisurata passione per l’outodoor, il mountain biking, la promozione di sport e territorio.

Gli ultimi 2 mesi hanno però rivelato una serie di “sorprese”

Più o meno inaspettate, insieme a loro anche il mio ritorno nel middle-east, a Kabul.

Così ho pensato di ridare vita ad un blog, sulla falsariga del defunto “freedom is not free” (che avevo su MSN e che non è pià utilizzabile) dove già postavo idee, pensieri in libertà, storie di vita, sfoghi, riflessioni per rimanere in contatto con amici e conoscenti (nel 2005 Facebook in Italia non era così diffuso, anzi).

Il momento della partenza è sempre un momento “difficile”, soprattutto quando è già da qualche anno che sei fermo e ci sono affetti e passioni che è duro lasciare a casa mentre tu sei via per un lungo periodo.

I pensieri che si rincorrono sono tanti, le cose da preparare anche, le carte e la burocrazia non ne parliamo e il tempo… è pochissimo e tiranno!!!

Change your life. Take your time. Take the long way

A distanza di 6 anni torno nel posto che tanto mi ha cambiato e tanto mi ha lasciato. Sia dal punto di vista delle esperienza fatte che sotto il punto di vista umano.

In quel lontano 2005 gli indigeni che ho conosciuto e i paesaggi o i posti che ho visto o visitato mi hanno aperto un mondo e un’esistenza tutti nuovi. Ma, soprattutto, quei posti e quelle persone mi hanno portato a vivere e vedere la vita in modo completamento diverso.

Si cambierà modo di vivere e di lavorare. Bisognerà prendersi i propri momenti (per rilassare la mente ma anche il fisico) e si prenderà la “via più lunga” per tornare a casa, sempre e comunque. Perchè quella corta è sempre la via con più imprevisti (le leggi di Murphy non sbagliano mai!).

Solitamente prima della partenza sono sempre stato bello attivo

La voglia di partire dentro, di esplorare, conoscere posti e gente nuova, tradizioni, usi e costumi e aggiungere qualcosa di importante e nuovo al mio bagaglio professionale

Non si finisce mai di imparare nella vita e accrescere le nostre esperienze e conoscenze, ci aiuta ad espandere la nostra mente e il nostro pensiero, così da poter vivere una vita migliore ma, soprattutto, per diventare delle persone migliori.

Ma questa volta no, questa volta non mi sento così “pronto a partire”

Saranno stati i tanti anni passati in Patria ad avermi arrugginito un po’.

Sarà questo primo anno di convivenza con la mia compagna che mi ha fatto vivere la quotidianità della vita in famiglia, che non vivevo dai tempi della scuola.

Sarà l’associazione sportiva e tutte le attività ad essa collegate che lascerò nelle (esperte) mani di altri Dirigenti o Soci.

Sarà quel che sarà, ma questa volta parto con uno spirito diverso

Certo, parto con la grande curiosità di vedere come il fiero popolo afghano si stia riprendendo il proprio paese e cercando di tornare alla libertà e alla “normalità”.

Ma dentro di me sento che farò una fatica enorme a staccarmi dalla routine

Dentro di me, una strana sensazione, che però ancora non sono riuscito a focalizzare.

Non è angoscia, non è irrequietezza, non è eccitazione…

2 risposte a "The long way round"

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  1. Bello sapere che fai parte delle Forze Armate, un settore che molti trascurano, molti ignorano, pochi (spero) considerano male e vorrebbero abolire del tutto.
    Io lo considero un incarico e un lavoro tra i più nobili.
    Bravo Marco.✌️

    Piace a 1 persona

    1. Diciamo che nn lo sponsorizzo troppo in giro, difatti molti credono che lavori nel mondo delle bike/sportivo 😂😂😂
      Lo faccio trasparire meno possibile perché in questo periodo “è meglio così” ma questo vecchio post scritto prima della partenza per Kabul mi piaceva riproporlo soprattutto perché (in fondo) era legato alla prima partenza pre quelle lande desolate e martoriate che mi sono rimaste nel cuore e che spero un giorno di poter tornare a visitare da turista 🙂

      "Mi piace"

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