Dopo le ventotto tappe invernali in giro per l’Europa, il Worn Wear Tour di Patagonia fa (nuovamente) tappa anche a Milano.
E io non potevo [anzi, non volevo proprio, nda] farmi scappare questa occasione per andare a conoscere più da vicino questa iniziativa partita nel 2013 con l’obiettivo di incoraggiare i clienti a prendersi cura dei propri capi di abbigliamento e acquistarne meno, riducendo così il proprio impatto ambientale.
Così, armato di macchina fotografica e di una vecchia giacca Platzangst da riparare, venerdì pomeriggio sono andato a trovare Matteo al negozio Patagonia di Milano

Dopo i convenevoli di rito e lasciata la mia giacca alla sarta che si sarebbe occupata della riparazione [una ragazza di Milano che ha una sartoria e che collabora con Patagonia già da qualche anno per queste attività, nda], tra una foto e un’altra ho scambiato quattro chiacchiere con Matteo che, molto gentilmente e professionalmente, mi ha spiegato un po’ la mission Patagonia e, come fa con ogni cliente, il perchè e il come prendersi cura dei propri capi di abbigliamento.
“Adottando corrette modalità di lavaggio e riparando gli indumenti prontamente quando si rompono” mi dice Matteo “ognuno di noi dovrebbe tentare a tenere in vita i capi di abbigliamento il più a lungo possibile. E quando arriva il momento di doverli effettivamente sostituire, perché usurati al punto da non essere più utilizzabili, è importante investire in qualcosa che duri nel tempo“.
Riparare è un atto radicale, ed è la migliore cosa che possiamo fare per ridurre il nostro impatto sull’ambiente
Proprio per questo motivo Patagonia ha ideato il programma Worn Wear, attraverso il quale si prefigge di riparare i capi di abbigliamento rotti, indipendentemente dalla marca, con lo scopo di fare in modo che si crei meno “immondizia” e, di conseguenza, e meno impatto sull’ambiente.
Abbandonare il consumismo per abbracciare uno stile di vita semplice, etico e sostenibile
Un paio d’ore molto costruttive quelle “spese” all’interno del negozio Patagonia di Milano, che mi hanno dato modo di imparare qualcosa di nuovo (non solo riguardo al progetto Worn Wear ma anche riguardo a tutti i progetti di sostenibilità ed etica nei quali Patagonia è da sempre impegnata) permettendomi di arricchire il mio bagaglio di conoscenze riguardo all’economia circolare ma, soprattutto, anche ai materiali e alle tecnologie che si stanno affacciando sul mercato dell’abbigliamento da montagna.
Quindi gente, prima di buttare nel secchio un qualsivoglia indumento, portatelo da una sarta o in un negozio che effettua le riparazioni per vedere se potete salvarlo e prolungare la sua “vita tecnica”… farete un piacere al vostro portafogli e all’ambiente 😉
P.S.: magari non è detto che lo usiate ancora per le attività sportive, ma potreste sempre usarlo per qualcos’altro, tipo magari per portare a spasso il cane, dare la sciolina agli sci o alla tavola da snowboard, tagliare la legna, pulire il box o la cantina, curare il giardino/orto e così via…
P.P.S.: se invece il capo che volete buttare è ancora utilizzabile e voi proprio non ne volete sapere di continuare a metterlo, fate come me: mettete tutto in un sacco e portatelo ai centri di accoglienza o ai centri che raccolgono abbigliamento usato per i senza tetto o per le persone più bisognose. Aiuterete qualcuno ed eviterete di produrre inutile immondizia 😉