Il primo caso di Covid-19, la malattia provocata dal nuovo coronavirus, è stato segnalato a Wuhan, in Cina, ormai quasi tre mesi fa.
La malattia si è poi diffusa in numerosi Paesi in tutto il mondo, tra cui la nostra amata Italia che ha subito (e sta ancora subendo) un duro colpo.
Molte persone, con la diffusione del nuovo coronavirus, hanno iniziato ad informasi per prepararsi e proteggersi al meglio dal virus stesso.
Ed alcune di loro in effetti sono anche finite su questo blog, dove tempo fa avevo pubblicato un post che riguardava la fascia-collare scaldacollo con mascherina integrata di Tucano Urbano.
Mano a mano che il virus avanzava le persone più coscienziose ed intelligenti hanno iniziato a restare a casa, mentre altre hanno continuato a vivere la loro vita normalmente, come se niente fosse, aiutando magari anche la diffusione del virus: chi andava a sciare, chi andava a correre al parco, chi faceva l’aperitivo, chi “scappava” da mamma’.
Molti non si sono quindi minimamente posti il problema, anzi… a posto loro, a posto tutti. Importa sega, no?
Ma prima di passare al vero succo del post, volevo fare una piccola premessa.
Come molti di voi credo abbiano ormai capito, da quasi un anno a questa parte ho iniziato ad usare la bicicletta giornalmente per andare in ufficio
Essendo l’ufficio non proprio dietro l’angolo però, e non essendo un “malato di bicicletta“, di solito uso la bici per andare in stazione dove prendo il treno fino a Busto Arsizio e poi raggiungo l’ufficio. 8 km al mattino, 13-15 km al pomeriggio. Pioggia, neve, caldo, freddo o pioggia, fino a fine febbraio non ha fatto differenza.
Poi c’è stata l’emergenza coronavirus.
Con tutte le precauzioni del caso (esempio la mascherina integrata nella fascia collare scaldacollo di Tucano Urbano) la prima settimana ho continuato a prendere il treno.
Poi sono partito per una trasferta di lavoro e una volta rientrato a casa, nel pieno dell’emergenza e con il lock-down da coronavirus ormai in atto, ho preferito parcheggiare la bicicletta nel box e ho ripreso la macchina per andare in ufficio.
Pur avendo tutto il diritto di spostarmi in bicicletta (unico mezzo di trasporto in mio possesso) per andare in ufficio ho preferito evitare soprattutto per senso civico, per evitare di dover magari impegnare chi, al “fronte”, sta già lavorando in emergenza.
Così facendo, ho anche interrotto tutte le mie attività di test di prodotti collegati al ciclismo, contattando le aziende e rimandando l’invio di ulteriore materiale.

Giorni fa poi, tra i trending topics che LinkedIN mi proponeva per la pagina aziendale del blog, ecco un video che riguarda proprio la tematica “la bicicletta ai tempi del coronavirus”
In questo video di una settimana fa Adam Tranter, Founder & CEO di Fusion Media, Co-founder di The Running Channel e Bicycle Mayor of Coventry, racconta (in poche parole) quale ruolo abbia la bicicletta in questa emergenza da COVID-19.
Un punto di vista interessante il suo, così ho scritto ad Adam e gli ho chiesto se poteva farmi avere il testo dei sottotitoli del suo video, per tradurli italiano ed integrarli in questo post come “testimonianza”.
Lui è stato molto gentile ad inviarmeli e, dopo averli tradotti, ve li propongo di seguito perchè, secondo me, può essere uno spunto di riflessione per molti di noi che operiamo nel settore, ma anche per molti Amministratori.
Buona lettura
Il video originale in inglese trasmesso da Adam su LinkedIN lo trovate al link https://www.linkedin.com/posts/adamtranter_cycling-bicycle-activetravel-ugcPost-6648518470738690048-zd5x
Purtroppo non riesco a trovare il modo per incorporarlo nel post…
P.S.: giusto per informazione, l’agenzia di pubbliche relazioni di Adam rappresenta aziende del calibro di Brompton Bicycles, Evans Cycles, Red Bull, Shimano e Tour de France.
Stiamo parlando quindi di una persona abbastanza influente nel mondo del ciclismo, non solo d’Oltremanica!
P.P.S.: in questi giorni sono a casa dall’ufficio (siamo in “turnazione”), ma credo che al rientro riprenderò ad usare la bicicletta per raggiungerlo. Perchè, alla fine, non faccio male a nessuno, anzi…
La bicicletta è la pillola magica che può aiutare a risolvere molti problemi della società
Un esperto di salute pubblica
Il ciclismo ai tempi del COVID-19
Adam Tranter su LinkedIN il 25 marzo 2020
Nelle ultime 24 ore c’è stato un blocco quasi totale nel Regno Unito a causa del COVID-19. Ma i negozi di biciclette sono stati autorizzati a rimanere aperti. Hanno avuto un’esenzione dal Governo britannico.
La popolazione inglese non ha compreso subito il perché di ciò; perché la bicicletta non è vista come un mezzo di trasporto, ma come un momento ricreativo [non solo in Inghilterra, nota del traduttore].
Altrove in Europa invece, la bicicletta o le “persone in bicicletta” fanno parte dell’ecosistema dei trasporti; sono una parte molto grande di questo ecosistema.
E al riguardo oggi sono circolate po’ di notizie.
Ho parlato con Butler-Adams, amministratore delegato di Brompton, un nostro cliente. Mi diceva che è andato in onda su SKY-news ed altre emittenti per annunciare che i negozi Brompton sono aperti per fornire un servizio vitale alla popolazione.
Un servizio così vitale che l’NHS [National Health Service, il servizio sanitario nazionale inglese, nota del traduttore] ha contattato Brompton, e ha chiesto il loro aiuto!
E dunque Brompton ha fornito DUECENTO delle sue bici a noleggio ai dipendenti del NHS che operano nel centro di Londra perché hanno capito, i dipendenti del NHS, che la metropolitana e l’autobus non sono proprio la soluzione migliore per spostarsi in città.
È impossibile mantenere il “distanziamento sociale” sui mezzi pubblici visto l’attuale affollamento adesso che il servizio è stato ridotto.
Molte persone hanno così scoperto che il ciclismo è davvero una buona opzione per i loro spostamenti, e stanno riscoprendo il loro amore per il ciclismo, anche se non tutti ne sono fiduciosi.

Nel mentre la London Cycling Campain, un altro nostro cliente, ha creato una linea di assistenza per quelle categorie di “lavoratori essenziali”, e per tutte quelle persone a cui è stato suggerito di usare la bicicletta per esercitarsi all’aperto ogni giorno, per fare domande e ottenere consigli sulla sicurezza.
Si, se tanto mi da tanto, si sta affacciando una nuova opportunità per l’industria del ciclismo. E questo nuovo interesse dimostra che in tempi di crisi la bicicletta è un ottimo veicolo per spostarsi più agevolmente.
Ho inoltre trovato molto interessante il modo in cui in altri paesi, come i Paesi Bassi (dove spesso accadono queste cose interessanti) abbiano “sfruttato” i fattorini in bicicletta per consegnare i kit dei test del COVID-19 con le loro cargo bikes ai laboratori.
In tutto il mondo (New York, San Francisco, Germania, Olanda) i negozi di biciclette sono stati classificati come negozi che svolgono un servizio essenziale in quanto possano aiutare quelle categorie chiave di lavoratori che vogliono usare la bicicletta come mezzo di trasporto ed avere un servizio garantito in caso di riparazione.
E questo è stato anche il caso di New York, di nuovo! In città stanno infatti creando delle piste ciclabili temporanee protette che servono a soddisfare l’attuale incremento di persone che si spostano in bicicletta fornendo altresì un spazio sicuro per tutti coloro che non si sentono sicuri in sella perché magari è tanto tempo che non usano una bicicletta.
Sembra davvero un buon modo per riconvertire gli spazi all’aperto sfruttando i due mezzi di trasporto più efficienti che si possano trovare: camminare e andare in bicicletta.
E quindi perchè non promuovere anche in Italia l’uso della bicicletta una volta che questa emergenza sarà “rientrata” e avremo avuto il nostro “contagio zero”?
In questo momento moltissimi di noi hanno stoppato tutte le loro attività in bici. Un po’ per i vari divieti imposti, un po’ per senso civico, un po’ anche perchè comunque chi si sposta in bicicletta viene visto male dal resto delle persone che lo scambia magari per un ciclista che sta usando la bici per divertimento/sport e non per andare (o tornare) dal lavoro.
Cosa d’altronde che è già capitata…
Ma perchè non considerare questo mezzo di trasporto, che ha fatto se vogliamo la storia del nostro paese, per riprendere una vita “normale”?
Certo, i primi che dovrebbero cambiare attitudine e approccio mentale dovremmo essere noi cittadini in primis, ma anche istituzioni, amministrazioni, Federazioni e Enti di Promozione Sportiva dovrebbero fare la loro parte promuovendo l’uso della bicicletta per gli spostamenti di tutti i giorni veicolando dei messaggi che raggiungano la popolazione.
Magari, potremmo iniziare dal “Bike2Work Day 2020” [appuntamento annuale ideato in Nord America per promuovere l’uso della bicicletta per recarsi al lavoro, nda] posticipato al 24 settembre 2020 proprio a causa della diffusione del nuovo coronavirus COVID-19 😉
Il ciclismo non è fatto solo di persone che saltano in sella e pedalano nel tempo libero per praticare uno sport e divertirsi, ma anche di persone che saltano in sella per il “mero” di gusto di farlo e per recarsi al lavoro tutti i giorni.
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