Come ho iniziato ad arrampicare

Ciao a tutti, sono Davide, sono di Torino e sono un Osteopata professionista e uno specialista del wellness.

Prima di andare avanti con il mio primo articolo sul blog di Marco, nel quale vi racconterò di come ho iniziato ad arrampicare, vorrei fare una piccola premessa (di modo da fugare eventuali dubbi e “nasi storti”) e anche un breve presentazione.

Sono un appassionato di sport estremi ed ex atleta di mountain bike.
Ho un esperienza sportiva di quasi 20 anni e sono sempre alla ricerca di nuovi stimoli.

Questo che leggerete è il mio personale approccio allo sport, mi piace imparare in fretta e mettermi alla prova. So quali sono i miei limiti mentali e fisici.

L’articolo in questione non è un invito a improvvisarvi in uno sport potenzialmente molto pericoloso come l’arrampica, è semplicemente una delle mie avventure…

Mi sento invece di consigliare a chiunque voglia approcciarsi a un qualsiasi sport outdoor di farlo in modo graduale e seguendo i corsi tenuti da istruttori certificati. Un semplice errore può costarvi caro.  

Un articolo che va contro ogni linea guida degli istruttori e non consiglio a nessuno di imparare da autodidatta.  Ma io sono così, non ci posso fare nulla.

ED ECCOCI QUINDI ALLA CICCIA OVVERO A “COME HO INIZIATO AD ARRAMPICARE

Io e la mia fidanzata, Selena, avevamo deciso di voler iniziare ad arrampicare. Dopo qualche prova in palestra di arrampicata artificiale, ho capito che l’indoor non faceva per me; dovevo stare in montagna, come sempre.

5 Maggio 2019

Nei giorni precedenti mi ero procurato corda, imbrago, rinvii, secchiello e casco, tutto rigorosamente usato e regalato.

Io Selena e il nostro amico alpinista Enea, andiamo in palestra di roccia per la nostra prima lezione di arrampicata.

Il tempo non prometteva nulla di buono ma abbiamo voluto provarci. Giusto il tempo di farmi vedere un nodo a otto ripassato e una manovra di calata simulata su un albero, e inizia a piovere.

Il mio corso di arrampicata era già finito!!!

Il giorno successivo, io e Selena, andiamo a arrampicare. Due nodi so farli (più o meno), dovrei sopravvivere.

Per sicurezza ripasso le manovre con un tutorial su youtube e nel dubbio guardo anche come si rinvia.

Dopo una serie di tentativi riesco a fare l’otto ripassato per l’imbrago, Selena mi fa sicura con il secchiello.

Inizio a salire su un 4c, dopo il terzo rinvio sono già in crisi. Devo uscire da un canale stretto con prese buone ma non vedo i piedi. Con tecnica imbarazzante mi porto sul terrazzino oltre il canale.

Devo però passare da un terrazzo a una parete appoggiata, con prese e piedi buoni. Ma sono completamente bloccato. Altezza e sensazione di instabilità mi piantano contro la roccia come se avessi le mani cementate alle due prese che tengo.


alpinista arrampica su parete di roccia
La mia prima volta sulla roccia. Un mix tra esaltazione e confusione. Da quella volta (o forse da quella dopo) ho sempre messo il casco!

Ci vorrà un quarto d’ora buono solo per passare questo pezzo. Cercando di mantenere la calma, respirando e visualizzando l’obiettivo arrivo in sosta. Ma non è finita. La paura dell’altezza continua a mandarmi in pappa il cervello e devo fare la manovra di calata.

Dopo non so quante prove di manovra e di calata sembra essere tutto ok. La corda passa nell’anello di calata, l’otto sul moschettone dovrebbe esserci, slego allora l’otto dall’imbrago.

Selena inizia a calarmi. In quel momento pensavo solo a quel nodo, fatto non so come, a cui era appesa tutta la mia vita. Io di nodi ci capisco davvero poco, sono pure lento ad allacciarmi le scarpe.

Arrivo giù sano e salvo, da quel momento l’arrampicata diventerà il mio nuovo sport (e youtube il mio coach).

Le sensazioni saranno sempre le stesse, cambierà solo il grado e l’altezza.

Arrivando dalla moutain bike e dagli sport di guida è tutto davvero strano

In mountain bike ai 40km/h tra gli alberi e sui drop entri in un mondo parallelo dove tutto scorre più lentamente, l’adrenalina pompa a mille e la situazione cambia ogni secondo. Ogni movimento è imprevedibile e il terreno tutto da interpretare in tempo zero. I rischi ovviamente sono alti ma te ne rendi conto solo quando prendi un albero o sbagli un salto.

Nell’arrampicata non funziona così. Inizialmente testa e corpo vivono in contrasto.

In mente hai un casino totale perché hai paura che il piede non tenga, hai paura di cadere dall’alto, hai paura di fare un movimento e non trovare prese buone.
Mentre il corpo deve compensare quel casino mentale e muoversi lentamente cercando il minimo dettaglio sulla roccia che possa darti qualche speranza in più per passare il movimento chiave.

Terapia d’urto per la paura delle altezze

Pur essendo legato a una corda la mia paura dell’altezza mi ha messo in difficoltà tutto il primo giorno di arrampicata (e continua a mettermi in difficoltà tutt’ora).

Per risolvere il problema ho deciso che sarebbe stata necessaria una terapia d’urto. Inizio allora salendo sulla ferrata della Sacra di San Michele (Torino), scendo e la rifaccio. Il giorno dopo torno e rifaccio di nuovo la ferrata della Sacra e la ferrata dell’orrido di Chianocco (Torino).

Il livello di sopportazione delle altezze e dei tratti esposti è salito decisamente! Sono quasi guarito!

via ferrata in piemonte vicino torino
Io e Selena (la mia fidanzata) alla fine della nostra prima ferrata

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