Le cose, fanno la differenza?

Da qualche tempo le notizie relative all’ambiente sono sempre più frequenti, sia sulla rete che sui quotidiani nazionali.
Io stesso ne ho accennato nel mio manifesto di vita su queste pagine (https://agendadegliappunti.it/2021/03/29/il-manifesto-della-rinascita).

Il World Wide Fund for Nature, spesso abbreviato in World Wildlife Fund (WWF), l’organizzazione che si occupa di protezione ambientale da oltre 60 anni (1), sostiene che il benessere di ogni essere vivente è legato a quello di tutte le altre specie animali e vegetali con cui condividiamo questo straordinario pianeta.
Ma la terra come sappiamo sta dando dei segnali: le sfide che deve fronteggiare sono tante, tra cui quella relativa al riscaldamento globale e le sue conseguenze sul clima.

In un interessante articolo (https://www.wwf.org.uk/thingsyoucando) sono riassunti 10 semplici modi in cui ogni uomo può contribuire e aiutare nella lotta contro il cambiamento climatico. Ogni azione, anche la più piccola, assicura il WWF, ha un impatto sul pianeta.

Tra i vari punti mi sono soffermato sul punto 7, quello sugli acquisti, anche in relazione ad una mia esperienza vissuta questa estate.

Impossibilitato per ragioni logistiche ad usare la mia amata Nukeproof mega 290, in montagna, ho adoperato la vecchia bicicletta di mio suocero, in pratica una “city bike”, per fare un’uscita.


una bicicletta da passeggio con sullo sfondo un panorama di montagna
La Nuzzi Syncro di mio suocero

La voglia di vedere le montagne, quelle vere, unitamente a quel velo di pazzia (sana?) che mi contraddistingue, mi ha portato a scegliere di provare a fare una salita che uso spesso come allenamento.
Per arrivare in vetta ci sono 9 km, con un primo breve tratto asfaltato per poi lasciare il posto a fondo cementato ed alcuni tratti sterrati. Le pendenze in gioco sono importanti, mai sotto il 10%, con una media del 13%, tratti al 17% e oltre, sino a qualche strappo al 25%.

Insomma non uno scherzo per me che ho 50 anni suonati, senza considerare il mezzo ed i rapporti del cambio, di cui il più “leggero” 28-28.


primo piano sul pacco pignoni di una bicicletta
Cominciai a correre.
Finché i muscoli non mi bruciarono e le vene non pomparono acido da batteria.
Poi continuai a correre”

(Fight Club)

Quando pedalo su pendenze importanti, per non soffrire troppo, come al solito inizio a pensare.

Il flusso di idee, concetti, immaginazioni, ecc. che si sviluppano nella mia mente mi serve da sempre come “overboost”. Pedalo, penso e spingo.

Questa volta la fatica provata mi faceva sembrare quasi di andare a marcia indietro.

Ma serve avere la bici figa?

Ho fatto varie considerazioni sotto questo aspetto.

Con la bici di mio suocero alla fine sono arrivato in cima, come con la mia MTB montata con componenti molto più moderni e costosi (Gloria – la moglie ndr- non leggere, grazie).

Ma come con la marcia indietro, è stato come passare dal superfluo all’essenziale.

Sempre con due ruote e con la forza delle mie gambe, ho raggiunto l’obiettivo, la vetta. La soddisfazione è stata la stessa, se non maggiore, di tutte le volte che ho fatto la stessa cosa con la mia Mega.

E non è questo che muove noi appassionati? Il divertimento e la soddisfazione di usare la nostra amata bike?

Sono assolutamente convinto che una bici moderna sia di aiuto in tante situazioni, soprattutto a farci apprezzare al massimo una bella discesa nei boschi, magari con salti e “rock-garden”. Cosa che con la bici del suocero ovviamente non mi sono apprestato a fare: se ne fossi anche uscito vivo, ci avrebbe pensato lui a farmi secco!!!


un ragazzo in mountain bike affronta un passaggio rock garden con sassi
GoPro 6 Black, comandi vocali e tac… Self shot al passo del Gandazzo (LC)

In ogni caso, la considerazione finale, anche in relazione all’articolo del WWF citato ad inizio pagina, è che possiamo cambiare le nostre abitudini di vita per aiutarci ed aiutare il pianeta dove viviamo.

Nel mondo del consumo usa e getta, dove tutto scorre in modo accelerato, si vende bene ciò che fa fare meno fatica. Magari oggetti belli, accattivanti, moderni ma anche superflui, non adatti allo scopo che effettivamente serve a noi.

Ciò non vuol dire non acquistare e godere delle ultime tecnologie applicate alla bici oppure alle automobili, come per esempio i freni a disco o i motori elettrici che tanto vanno di moda.

È più un “ma è necessario avere una bici nuova ogni anno?” piuttosto che “serve cambiare componenti in continuazione per stare dietro al mercato e possedere sempre il mezzo più bello?”.

Effettivamente, ci servono gli aggiornamenti che facciamo?

Scegliere di essere la differenza, come tra Nuzzi Synchro e Nukeproof Mega piuttosto che scarpe sportive o eleganti, costa fatica, anche perché questo si può tradurre in un impegno in situazioni più complicate e dolorose. Ma ciò a lungo andare può portare ad un cambiamento positivo.

Tornare all’essenziale, per fare ma anche per essere, ci può aiutare ad investire sulle esperienze.

Ci serve il freno a disco da 1000 euro o può bastare quello da 100 per fare le stesse cose?

Ovviamente tutto ciò è individuale e dipende molto anche dal proprio sistema di valori, così come dalla concezione di vita soddisfacente.

Ma bisogna chiedersi con onestà cosa è importante per noi e, quindi, è necessario fare delle scelte, le quali, seppur vengano compiute quotidianamente, non sempre sono frutto di riflessioni consapevoli, bensì di abitudini.
E sebbene prese singolarmente non abbiano grande significato, nel loro complesso influenzano enormemente la nostra salute, il nostro lavoro, la nostra situazione economica e la nostra felicità (1). Con una positiva ricaduta sul pianeta intero.

“Probabilmente la verità assoluta non esiste, ma quella che più si avvicina, è spesso ciò che meno vorremmo sentirci dire” (KONG)

Bibliografia:

(1) https://www.wwf.it/

(2) https://www.google.it/books/edition/La_dittatura_delle_abitudini/TNubPaZWn4wC?hl=it&gbpv=0

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