Via alpinistica facile: Sperone del Selvatico e cresta delle Rocce del Colletto

Oggi io e Selena vi portiamo a fare una divertente e semplice cresta a pochi passi da Torino, in un luogo per me storico. Il posto delle “prime volte”.

L’aquila di Giaveno sostanzialmente è composta da un bar-ristorante e una manciata di case sparse nei dintorni.

Questo è come appare oggi ai nostri occhi. Circa 30 anni fa si sciava, quando ancora nevicava a bassa quota, e il ristorante era l’unico punto di riferimento per sciatori e escursionisti.

Col tempo tutto il versante sciistico è stato dismesso, tranne un piccolo tapis roulant per una pista baby di qualche centinaio di metri.

Tapis roulant che in estate veniva convertito per la mtb, offrendo la risalita ai biker che percorrevano una breve pista di dual slalom.

Grazie a quella pista, ormai 15 anni fa, iniziai a girare in bici. Quella fù la mia “prima volta” in mtb gravity, dove tutto iniziò, all’Aquila di Giaveno.

Da quel giorno, quasi per caso, L’Aquila di Giaveno divenne lo spot delle mie “prime volte”.

Arrivando a pochi giorni fa, con la mia prima cresta alpinistica con legatura in conserva.

L’aquila di Giaveno

Raggiungere il parcheggio del ristorante dell’Aquila è molto semplice. Da Giaveno basta seguire le indicazioni per Aquila e si raggiunge comodamente con qualsiasi tipo di auto su strada asfaltata dal fondo ottimo.

Da Torino sono meno di 50 km ed è raggiungibile in circa 30 minuti.
L’Aquila di Giaveno si presta per tutti gli sport outdoor. Dal trekking, di cui avevo parlato nelle 5 camminate a 30 minuti da Torino, alla mountain bike, passando per lo sci alpinismo e arrivando al parapendio.

L’attività del ristorante è portata avanti da Giuseppe. Pronto a darti sempre una mano e consigliarti. Non è facile gestire un’attività del genere in questi anni ma Giuseppe ci crede e si vede subito quanto tenga alle sue montagne.

La via alpinistica

L’Aquila di Giaveno offre diverse vie di arrampicata e alcune definite alpinistiche. I gradi sono molto variabili. Si va dal 3 spittato corto ai 7 della Rocca Parey.

Una particolarità che la rende accessibile tanto ai principianti quanto agli esperti, e noi da buoni principianti la sfruttiamo.

La via che abbiamo deciso di fare è un’alpinistica molto semplice e con protezioni fisse ravvicinate, oltre ad avere soste con catene e maillon. Sperone del Selvatico cresta Integrale + cresta delle Rocce del Colletto È indicata come D solamente perché c’è un passo più duro di 5+ su un breve diedro, per il resto i gradi si mantengono sul III e ha quindi un grado PD+.


uno sperone di roccia in primo piano, il rifugio aquila di giaveno in secondo pinao e sullo sfondo la pianura
Sapevate che al rifugio Aquila di Giaveno è nato lo sci italiano?

L’avvicinamento alla via è brevissimo. Lasciamo la macchina nell’ampio parcheggio davanti al ristorante Aquila, caffè veloce da Giuseppe e prendiamo il sentiero di trekking che porta alla croce. Pochi metri dopo l’inizio un cartello indica di girare a destra verso lo Sperone del Selvatico, la prima parte della cresta, seguiamo il cartello, ravaniamo 15 minuti tra arbusti e capre e arriviamo all’attacco della via.

Dopo un breve ripasso con il mio amico Youtube sulla legatura in conserva, ci leghiamo a circa 12 metri e inizio a salire.

Non è semplice prendere il ritmo in conserva, sopratutto se la salita è discontinua e entrambi sono principianti.

La cosa fondamentale rimane una: il secondo non deve cadere. Nel dubbio nemmeno il primo… 🙂

Io salgo da primo e Selena mi segue. Io fisso le protezioni su spit nuovi e molto ravvicinati, Selena li smonta.

Dopo i primi metri un po’ arrancati prendiamo il ritmo e viaggiamo veloci. La cresta non è mai troppo esposta, l’ambiente è molto rassicurante e la roccia mediamente buona.

È una via da percorrere con gli scarponi, Selena sale con le Mythos ma ci sono troppi tratti erbosi e si rischia di cadere.

Percorriamo velocemente la prima cresta con un passaggio carino nel “pertus”. Un buco di roccia stretto, abbastanza stretto da non farmi passare con lo zaino.


Un passaggio alpinistico su roccia
Il “Pertus”. Un passaggio divertente in un contesto “domestico”.

Terminiamo in circa un’ora lo Sperone del Selvatico, 9 tiri, e concateniamo la seconda cresta, altri 10 tiri. Cresta delle Rocce del Colletto.

Anche questa seconda parte è molto semplice, sicura e presenta prevalentemente dei traversi con pochi punti di arrampicata verticale.

Arriviamo al passo duro di 5+ (tiro 6). Provo a salirlo con scarponi e zaino, in conserva. Diciamo che la tranquillità mentale e la sicurezza sono un’altra cosa.

Ho parecchio lasco di corda perché Selena arriva da un trasferimento erboso quindi non riesce a gestire la tensione della corda, cadessi potrei lasciarci qualche pezzo.

Con lo zaino occupo troppo spazio e non riesco a infilarmi nel diedro, lo passo dall’esterno cuocendomi gli avambracci e esco.

Mi assicuro in sosta e faccio sicura dall’alto a Selena, anche lei ha qualche difficoltà a salire ma in qualche modo sopravviviamo ;).

Proseguiamo per facili traversi e apriamo una variante Allegri-Gavioli su un breve tratto di circa 8 metri leggermente strapiombante :). Prese e piedi buoni, la salgo e in uscita metto una fettuccia come protezione, esco da sopra e mi assicuro alla sosta. Selena mi segue e ripete la variante. Abbiamo aperto ben 8 metri di via ma non sappiamo dargli un grado perché siamo troppo scarsi 🙂 Potrebbe essere più di 4 e meno 5.


Via alpinistica con panorama sui paesi del fondovalle
Parte finale della cresta con vista su Giaveno e in lontananza il Musinè.

Seguiamo la cresta e arriviamo al termine. Tempo di percorrenza totale: circa due ore per lo sperone del Selvatico concatenato alla Cresta delle rocce del colletto.

Arriviamo al Colletto, proviamo qualche figura di pole dance su un palo arrugginito e instabile, merenda e si torna.


Bandiera umana su un palo
In quota tirava vento 🙂

È una via adatta ai principianti che sanno fare le manovre di base per le vie lunghe e vogliono provare la prima volta una via alpinistica. Le protezioni sono davvero ravvicinate e tutte nuove. È un percorso perfetto per provare tecniche nuove, nel nostro caso la legatura in conserva. Oppure per chi ha poco tempo e vuole fare un’escursione veloce.
Per gli scalatori poco più che principianti non è consigliabile andare all’Aquila apposta per percorrere questa via ma potrebbe essere una “passeggiata” finale arrivando da Rocca Parey.

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