Oggi al telegiornale hanno proposto un servizio con oggetto la richiesta di alcuni capoluoghi italiani al “ripristino del senso contrario di marcia per le biciclette”
Durante il servizio, sono state intervistate varie persone di vari luoghi.
L’ultima, un’anziana signora, ha affermato che lei attraversa la strada anche a semaforo rosso “perchè, se non passa nessuno, che senso ha aspettare?“.
Giusto, no? Un po’ come dire “se il parcheggio per gli invalidi è vuoto, vuol dire che nessuno lo utilizza e quindi ci posso parcheggiare“.
Oppure, come nel caso del Viale Edorado Janner a Milano “se la pista ciclabile è vuota, ci passo con il motorino, con la moto o ci parcheggio la macchina, visto che nessuno la sta utilizzando“. Altrettanto giusto, no?
Siamo degli incivili, e troviamo sempre una scusa alla nostra inciviltà
Ed ecco dove volevo andare a parare oggi. Alla pista ciclabile di Viale Jenner a Milano.
Qualche giorno fa Claudia mi raccontava “ero ferma al semaforo in Viale Jenner, quando ho assistito ad una scena assurda: un ragazzo di colore in bicicletta ha ripreso un tizio, presumibilmente italiano, con lo scooter che circolava sulla pista ciclabile. Il tizio con lo scooter ha guardato il ragazzo di colore e lo ha apostrofato dicendogli di farsi i cazzi propri e poi gli ha sputato in faccia“.
Il ragazzo in bicicletta sarà sicuramente una “mosca bianca” in mezzo a tutti coloro che si comportano come meglio credono nella giungla urbana, ma è possibile che il tizio con lo scooter non abbia avuto la buona creanza di starsene zitto e prendersi un cazziatone?
Perchè dobbiamo sempre giustificare in qualche modo le nostre azioni sbagliate o inveire contro chi ci fa notare che abbiamo sbagliato? Perchè?
Alla fine, in fondo in fondo (nemmeno così tanto, poi) il tizio con lo scooter era dalla parte del torto, no? E allora? Perchè si è sentito libero di offendere chi gli ha fatto notare l’errore?
Ma il link che vi sto per proporre e il top dei giorni d’oggi: un ciclista che, nel torto, cerca di addossare la colpa alle macchine
Un po’ come per i bitumari che sulle statali si muovono in gruppo stando affiancati “e ma le macchine non rispettano i ciclisti” anche il nostro amico ciclante di seguito alla fine ha risollevato il suo morale dando la colpa a qualcun’altro… e dire che era partito bene!
Cliccate QUI va, magari non la pensate come me 😉
…e nei commenti, nessuno che lo chiama col suo vero nome: minchione
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Il tipo del link intendi? O quello con lo scooter? 😂😂
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Il simpatico ometto del link, quello che definisce una “isterica” solo perché … ha ragione!!! (-:
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Io ci chiamerei anche quelli che hanno commentato il suo post “non potendogli dare torto”.
Quando impareremo a prenderci la responsabilità delle azioni che compiamo?
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Io credo che qualche peccatuccio lo commettiamo tutti, auto-fornendoci un pronto alibi morale e giustificativo. Ma la cosa che più mi sorprende è come cambino i punti di vista: basta che un ciclista si sieda a bordo della sua auto e subito inveisce contro i bikers indisciplinati. Per contro, non appena la bella signora isterica scende dall’auto e salta in sella indossa, assieme al suo bel completino, anche l’atteggiamento della ecologa convinta e maledice l’auto che la supera rilasciando una bella nuvoletta di gas di scarico. Curioso? Forse fa parte del nostro essere.😳
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Interessante come spunto, sai? Molto interessante 🙂
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In quanto all’alibi, io ho imparato ad ammettere di aver sbagliato… preferisco, mi fa stare meglio 🙂
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