Dieci motivi per allenarmi alla mattina presto non sempre sono sufficienti, come ho descritto nel mio ultimo post sul blog.
Per cercare di assecondare piaceri e doveri, e complice un po’ anche la mia pazzia [ma tutti coloro che hanno una passione non sono poi un pò matti? nda], qualche giorno fa ho pensato che guardare l’alba in montagna fosse un’esperienza da provare di modo da poter dedicare anche in vacanza, dopo una bella uscita per me stesso e la mia bike, una giornata piena alla mia famiglia.
L’idea che mi stava frullando in testa mi ha fatto scoprire la frase del poeta libanese Khalil Gibran che fa da titolo a questo breve scritto che condivido.
Vivere l’alba in vetta: l’ascesa
Individuato il luogo dove andare e cercato di valutare tempi di salita in quota in relazione al sorgere del sole, con i siti meteo, mi sono convinto. L’obiettivo era anche rientrare presto!
Il giorno prefissato, alle 5.30 del mattino dopo aver preparato attrezzatura, marsupio e bici la sera prima, faccio partire l’attività MTB sul mio Garmin Fenix 5 e inizio a pedalare. È ancora notte fonda, non c’è luce se non quella fievole della luna. È primavera, ma a quest’ora fa freddino e, per arrivare all’imbocco della salita, lungo il sentiero, al buio pesto, tra le radici che spuntavano improvvisamente dal suolo (grazie sospensioni) e con il fruscio inquietante degli alberi, più volte mi è venuto in mente che forse, si, questa volta avevo esagerato.
Ma il pensiero dello spettacolo della natura che avrei poi assaporato era più grande di ogni paura.
Anche se ancora tutto avvolto dalle tenebre, era già ora di avere un po’ di fretta per cercare di non arrivare tardi all’appuntamento in cima. Ad ogni spinta energica sui pedali, il freddo se ne andava e man mano che salivo, anche la luce continuava a crescere e illuminare il bosco, donando all’escursione un’atmosfera speciale. Tutto assumeva forme e colori, prima rosa, poi giallo, poi rosso, arancio e infine, la cima agognata, dopo una rampa finale assassina con pendenza del 30%.
Ma ecco là, il sole che saluta. Sono arrivato in tempo!
Vivere l’alba in vetta: un attimo infinito
Per un attimo, mi sono sentito il cima al mondo e la vista del sole sorgere tra i monti mi ha tolto tutto il fiato rimasto. Una delle apnee più belle!
Ho fatto qualche autoscatto con il mio cellulare, ma l’emozione è stata talmente grande che difficilmente me ne dimenticherò. Un’esperienza semplice, tuttavia mi ci sono già affezionato come momento unico!
Vivere l’alba in vetta: la soddisfazione della discesa
Mi è sempre piaciuta la discesa e la mia bici lo dimostra: una bike da enduro. Fare la salita con la pendenza media del 12,1% (con la rampa in soglia massima poi) non è stato uno scherzo. Ma le peggiori salite regalano sempre le migliori discese.
La discesa fa aumentare l’adrenalina e in questo caso ha funzionato da dose aggiuntiva, da “booster“. Che soddisfazione il single track dopo l’intensa emozione provata, sapendo tra l’altro che mi aspettava una bella doccia calda e un’altra meritata colazione con i bimbi che si stavano alzando dai loro letti caldi.
Vivere l’alba in vetta: qualche consiglio
Qualche consiglio basato sulla mia esperienza:
- preparare tutto la sera prima, soprattutto se si ha famiglia (se si svegliano sono ca**i amari);
- individuare l’orario esatto in cui il sole sorge e calcolare quanto tempo ci vuole per salire in vetta;
- alimentarsi adeguatamente senza esagerare la mattina dell’uscita (nel mio caso, carboidrati in gel, barretta energetica e tea verde). Nel marsupio, per mangiare durante la pedalata, ho portato altri carboidrati in gel, integratore di magnesio e potassio, due pacchetti di biscotti e ovviamente acqua a sufficienza, ovvero un litro e mezzo;
- muoversi in casa come un ninja (vedi primo punto);
- conoscere bene la montagna e il sentiero prima di avventurarsi di notte nei boschi;
- munirsi di luci per illuminare la strada (come sancito dal Codice della Strada) e magari di una lampada frontale;
- coprirsi adeguatamente a seconda della stagione.
Vivere l’alba in vetta: creare un’emozione
Imparare a capire cosa fa stare bene e farlo più spesso che si può. Per alcuni è fare una una bella fotografia, per altri pensare o stare con la persona che si ama, per altri ancora assaporare un cibo che dà soddisfazione e così via. Per me è fare sport: bici, nuoto e allenamenti funzionali.
Quando si fa qualcosa che rende felici, la ghiandola pituitaria rilascia tutti quegli ormoni che agiscono anche sullo stato emotivo. E i neurotrasmettitori che si formano grazie all’attività permettono di creare emozioni, mentali e fisiche.
E’ stata un’avventura da bimbi un pochetto pazzi? Si, forse si, ma ho sempre amato il fanciullo che c’è in me. A tal proposito, mia moglie dice che in casa ha tre bambini: 13, 9 e 51 anni.
Svegliarsi alle ore 5.00 di mattina, prima dell’alba, per essere in bici alle 5.30 e godersi il sorgere del sole nella natura è stato fantastico. E come diceva una vecchia pubblicità 👇🤪
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